Dopo l'incidente mortale Levego ha paura: «Serve la rotatoria»

Anche i commercianti chiedono misure contro l’alta velocità sulla Sp1 della Sinistra Piave: «Qui il pericolo è costante»

BELLUNO. Velocità elevata e sorpassi azzardati: sulla provinciale 1 della Sinistra Piave sono problematiche sotto gli occhi di tutti. Ma non rappresentano l’unica causa di incidenti. Secondo i commercianti di Levego e Sagrogna, infatti, lungo l’arteria stradale c’è un’organizzazione della viabilità che non funziona. E su cui è necessario intervenire al più presto, se si vogliono evitare altri morti.

Come già fatto dai residenti giovedì, quando il ventunenne Elia Fiabane ha perso la vita, anche i titolari delle attività commerciali puntano il dito contro l’incrocio tra le vie Miari e Meassa. «Un incrocio in cui il rischio di fare incidenti è presente anche se si guida a velocità non elevate», commenta Giovanni Tomasella, gestore del ristorante De Gusto Dolomiti in via Sagrogna. Tomasella, oltre che lavorare in zona, vive anche a Levego. Ed è testimone tutti i giorni di incidenti “mancati”. «Quell’incrocio è realizzato in modo completamente sbagliato e il pericolo è quotidiano», dice ancora. «Da tanti anni il Comune parla della realizzazione di una rotatoria, ma ancora non si è fatto nulla e da tempo ci sono i new jersey bianchi e rossi. Sappiamo che ci sono problemi di natura urbanistica da risolvere, come l’abbattimento di una casa. Ma penso anche che, se guardiamo la grandezza media delle rotatorie presenti a Belluno, qui a Levego ci sarebbe lo spazio sufficiente per costruirne una senza buttare giù l’abitazione che si trova vicino alla strada».

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A creare confusione è anche la segnaletica orizzontale e verticale, con tre “Stop” in pochi metri. «Manca pure una visuale adeguata e tutto è provvisorio. Inoltre, chi proviene da Ponte nelle Alpi e, all’incrocio di Levego, deve svoltare a sinistra verso Castion (prendendo poi via Pedecastello), teme sempre di essere tamponato, soprattutto se dietro ha un camion, visto che in quel punto la strada si restringe», fa presente Donatella Burigo, titolare della fioreria “La Mimosa”, che ha sede in prossimità dell’incrocio. «La rotonda sarebbe la soluzione ideale a tanti problemi. Servirebbe anche a limitare la velocità».

«Da quando è stato ultimato il traforo di Col Cavalier e si è proceduto e all’allargamento della provinciale il traffico è aumentato, anche quello pesante», continua la Burigo. «Il fatto di trovarsi in presenza di un lungo rettilineo invoglia a pigiare sull’acceleratore, questo è innegabile. E chi si trova un camion davanti spesso sorpassa, anche dove è vietato». La titolare della fioreria si chiede anche se potrebbe essere utile un semaforo come quello presente a Cadola, che indica la velocità in cui sta viaggiando l’automobilista.

E l’autovelox presente in corrispondenza delle strisce pedonali e dell’asilo? Secondo i commercianti sta servendo a poco. Per la Burigo dovrebbe essere spostato in prossimità dell’incrocio tra le vie Meassa e Miari. Per Tomasella sta bene dov’è, ma non risolve i problemi. «La rotonda è senz’altro l’opera prioritaria», sottolinea Martina Iacullo, che gestisce l’Antica trattoria Marta d’oro. «Detto questo, le automobili corrono e i sorpassi sono azzardati. Chi esce dal nostro locale deve stare attento nell’attraversare, nonostante la presenza delle strisce pedonali. Forse qualche dissuasore potrebbe essere utile, ma non so se possano essere messi su questo tipo di strada».

«Il fatto che questa strada sia a elevata percorrenza per noi è un bene, visto anche che ci procura lavoro», dice Petra Fabiano, titolare del Centro Sfera, «ma ogni giorno vediamo sorpassi che non dovrebbe esserci. E le automobili che sfrecciano. Siamo anche costretti a tenere chiuse le vetrate, altrimenti il rumore dei mezzi che passano è troppo alto. C’è poi da dire che dovrebbero essere prese delle misure per creare maggiore sicurezza all’altezza dell’asilo».
 

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