Droga comprata con bitcoin e venduta in euro
BELLUNO
Droga acquistata sul nero e profondo web e pagata in bitcoin: dall’Europa gli stupefacenti, anfetamine e marijuana, ma anche speed, ketamina e Mdma, raggiungevano la Valbelluna. Corrieri autonomi o dipendenti di servizi postali: gli spacciatori si coprivano con un lavoro “pulito”.
La droga veniva inviata con pacchi normali, poi diffusa attraverso persone ignare del contenuto, convinte di lavorare a “chiamata” per una aziendina di trasporto, ingaggiati all’occorrenza per compensi da 15 a 35 euro a seconda delle distanze delle consegne.
Due arresti in flagranza di reato, uno su ordinanza di custodia cautelare, una denuncia e tre consumatori segnalati alla prefettura. Altre persone sono state indagate per riciclaggio di denaro, per la conversione di euro in bitcoin. Sequestri di “speed” e marjia, anfetamine; oltre che di contante e 0.1102 in bitcoin. È il bilancio dell’operazione “Narkoweb” del Nucleo investigativo dei carabinieri diretti dal maggiore Marco Stabile e che in questi giorni ha visto chiudere le indagini della procura (con il pm Marco Faion): tre le richieste di rinvio a giudizio.
I carabinieri (con la Direzione centrale per i servizi antidroga, per la repressione dello spaccio di droga nel dark/deep web) hanno dovuto scavare nel sommerso di internet per risalire al “burattinaio” che tirava le fila di questo giro di droga dall’estero. Cioè ficcare il naso in quel 6% di web dove viaggiano illegalità e crimine, dove il dominio è “.onion”: un mondo nascosto ai comuni browser, dove si possono assoldare killer e comprare armi in moneta virtuale. Nel mirino sono finiti Gino Zago, 31 anni, residente a Trichiana (studio Paniz), Alessandro Rizzo, 42enne di S.Pietro Vernotico (Br), residente a Trichiana (avvocato Azzalini), Manuel D’Arrigo, 25 anni di Lentiai (avvocato Resenterra).
Tutto è iniziato con le autorità tedesche che sequestrano un pacco con 265 grammi di anfetamina diretto a un anziano di origini campane residente a Belluno: indagando, i carabinieri scopriranno che era all’oscuro che quel pacco a suo nome contenesse anfetamina. Le indagini si dirigono comunque verso suoi parenti, qualcuno che potesse avere a che fare con spedizionieri, corrieri e corrispondenza, o che orbitasse in società di consegne o servizi postali. Ma niente: la pista, essendo il campano un reclutato per portare pacchi dal contenuto “a sua insaputa”, non ha permesso di risalire ai reali destinatari della droga.
Lì per lì l’indagine si sarebbe arenata se non fosse stato che i carabinieri di Trichiana nel febbraio dello scorso anno si sono imbattuti nel sequestro di anfetamina e marijuana a un giovane di Lentiai: anfetamina come quella sequestrata dai tedeschi. Le indagini successive hanno permesso di risalire a tutto il giro, fino al trentenne di Trichiana che aveva l’attività di corriere per conto di Poste Italiane. Il secondo uomo, 40enne pugliese, lavorava proprio per Poste, invece.
Dagli approfondimenti è emerso che ha conoscenze informatiche molto elevate; precedenti di polizia per truffe internet; il trichianese lavora come padroncino per una società incaricata da Poste Italiane per il trasporto della corrispondenza. Sul suo conto si sono concentrate le indagini del Nucleo investigativo che ha scavato a fondo nel dark web, scoprendo che il trentenne ha contattato dei nickname, in particolare provenienti dalla Germania, Nord Europa e Spagna, che vendevano droga.
Dopo aver pagato gli stupefacenti con i bitcoin, gli stessi sono stati spediti agli indirizzi delle persone precedentemente reclutate negli annunci di lavoro. Arrivata dietro casa, la droga veniva smerciata normalmente sul mercato valbellunese. Ma con euro veri . —
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