Due anni neri per la noce ora trappole per gli insetti

FELTRE. Il consorzio di tutela della noce feltrina raduna i suoi soci per affrontare le problematiche legate alla produzione del prezioso frutto autunnale. Al capezzale della noce di Feltre arrivano...
FELTRE. Il consorzio di tutela della noce feltrina raduna i suoi soci per affrontare le problematiche legate alla produzione del prezioso frutto autunnale. Al capezzale della noce di Feltre arrivano i soccorsi da San Michele all’Adige. «Le problematiche che attanagliano la coltivazione delle noci ci spingono a individuare le tecniche più innovative, che nel rispetto dell’ambiente e della salute ci consentano di salvaguardare il nostro prodotto tradizionale», dice il presidente Valerio Giusti, che ha organizzato un incontro tecnico informativo sulle attività a difesa della produzione di noci nella vallata feltrina invitando la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, che si è occupata di rilanciare la coltura della noce del Bleggio, in Trentino, un prodotto tradizionale simile al nostro.


Appuntamento per la riunione tecnica sabato mattina al ristorante San Fermo a Villaga, dalle 10.30 alle 12.30. Dopo due annate critiche per il raccolto, falcidiato dal tempo avverso e dagli insetti nocivi per le piante, il consorzio di tutela cerca le contromisure. L’idea è sperimentare le tecniche che stanno mettendo in campo nella provincia di Trento per la noce di Bleggio.


Lo spiega il presidente Valerio Giusti: «Si tratta di attrattori per gli insetti dannosi, cioè delle trappole che attraggono i due insetti che attaccano la noce: in primavera c’è la Carpocapsa e in luglio la Rhagoletis (la mosca della noce). Cerchiamo di capire l’esperienza trentina per applicarla anche da noi», dice il presidente del consorzio di tutela della noce feltrina, che ha chiamato a raccolta i soci sperando di riuscire ad affrontare in maniera professionale le problematiche. «Dopo due anni di crisi dobbiamo cercare di prevedere quella che può essere la stagione».


Nell’ultima annata il tempo ci ha messo del suo, con il prolungarsi del caldo che ha permesso agli insetti di avere più di una generazione, andati poi a nozze nell’attaccare le noci rimaste sulle piante. Da qui l’intenzione di studiare una lotta biologica per prevenire le malattie degli alberi, attaccati dalla Carpocapsa e dalla Rhagoletis, e difficili da proteggere perché si tratta principalmente di piccole piantagioni sparse.


Adesso si alzano le difese: «Pensiamo a tecniche soft, compatibili con il territorio, come le trappole dove basta arrivare su una piccola superficie della pianta per riuscire ad attrarre questi insetti dannosi», spiega Valerio Giusti, che aspetta numerosi i soci da tutta la vallata per l’incontro di sabato in cui si farà il punto della situazione e si studierà la strategia.


Raffaele Scottini


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