Due anni per violenza sessuale
Un pensionato è stato condannato per aver abusato di una giovane rumena
SANTO STEFANO. Due anni di reclusione (pena sospesa). È la condanna inflitta a F.G., 67 anni, il pensionato di Santo Stefano, accusato di aver violentato a casa sua, nel febbraio 2008, una giovane rumena, sotto la minaccia di un'accetta. Dopo oltre un'ora di camera di consiglio, i giudici hanno emesso una sentenza per comprendere la quale bisognerà leggerne le motivazioni. Al pensionato per il quale la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 7 anni, sono state infatti concesse diverse di attenuanti. Dovrà, inoltre, risarcire la cittadina rumena con un anticipo di 10.000 euro, di una somma complessiva che sarà determinata in un procedimento civile. I giudici hanno infine condannato F.G. all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. I fatti, per i quali è arrivata ieri la condanna, risalgono al febbraio 2008, ma le indagini partirono soltanto nell'estate successiva dopo la denuncia sporta dalla donna rumena. La donna conobbe F.G. in un ristorante di Santo Stefano dove lei lavorava come cameriera. È qui che i due strinsero amicizia, tanto che quando la giovane, pochi mesi più tardi, rimase senza lavoro, il comeliano si offrì amichevolmente di trovarle un nuovo impiego. Poi un giorno, l'uomo, con la scusa di averle trovato un nuovo lavoro e di volergliene parlare, l'avrebbe invitata a casa sua. Ed è tra le mura domestiche che si sarebbe consumata la presunta violenza sessuale. Sotto la minaccia di un'accetta da legna che avrebbe tenuto prima in mano e poi sul comodino della camera, l'uomo l'avrebbe violentata per due volte.
Tutto sarebbe accaduto in un solo giorno. La rumena poi non avrebbe fatto parola con nessuno dei presunti abusi sessuali, chiudendosi nel silenzio, finché dopo qualche mese, prese la decisione di andare a sporgere denuncia contro il pensionato. Va detto che la donna sostenne di essere rimasta incinta dopo la violenza carnale subita, ma gli esami del Dna hanno escluso che il figlio fosse del pensionato di Santo Stefano. Nel corso della discussione, spezzettata in più riprese e conclusasi ieri con le repliche, la pubblica accusa ha chiesto la condanna dell'imputato a 7 anni ritenendo provata la colpevolezza dell'imputato. «Solo una storia per ottenere benefici di natura economica»: è stata la tesi difensiva dell'avvocato Anna Casciarri (studio Paniz).
Durante la sua arringa, l'avvocato Casciarri ha sottolineato le incongruenze del racconto reso dalla rumena: «Come fa una persona che viene violentata in mezz'ora e con le imposte della stanza chiuse, a descrivere nei minimi particolari le foto appese ai muri? Come fa a posare i suoi vestiti su una sedia?». Poi il riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione sulla violenza dei jeans, laddove i giudici supremi ritengono «innaturale che una donna che subisce violenza non tenti una reazione». «La parte offesa fa arti marziali e non reagisce contro il suo aggressore, invalido e operato ai polmoni?», conclude la difesa dell'imputato.
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