Due casi di encefalite per il morso di zecca In aumento i vaccini
BELLUNO. Due casi di encefalite da morso di zecca all’ospedale San Martino. E un aumento considerevole di richiese di vaccinazioni contro questa grave malattia.
La lotta ai temuti parassiti che proliferano fino a 1.200 - 1500 metri di altitudine è scattata presto quest’anno, complice anche un clima con una grande quantità di piogge: l’umido che ne è conseguito e l’impossibilità di eseguire gli sfalci di prati e terreni hanno originato un aumento della diffusione delle zecche.
Tbe. Due i casi di encefalite già registrati quest’anno, ed entrambi riguardano residenti nel Bellunese. «Il primo caso è quello di un uomo di 70 anni che ha presentato una forma di encefalite asintomatica», sottolinea il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del San Martino, Ermenegildo Francavilla. «L’uomo è arrivato all’ospedale con una febbricola e un generale malessere, ma visto che qui da noi si vede la maggiore percentuale di Tbe abbiamo subito individuato di cosa si trattava, e così abbiamo potuto intervenire subito in maniera mirata». Il paziente è già stato dimesso.
Il secondo caso, un po’ più complesso, ha interessato una donna, classe 1958, sempre bellunese che è giunta all’ospedale qualche settimana fa «in uno stato di torpore, a causa degli effetti neurologici della Tbe», precisa il primario del reparto di Neurologia di Belluno, Franco Ferracci. «La signora non era consapevole di essere stata morsa da una zecca, e così si sono sviluppati i sintomi dell’encefalite».
La malattia, all’inizio, si presenta come una forma influenzale con febbre. Poi, passata questa fase, possono insorgere sintomi neurologici come confusione, poliomielite, disturbi dell’equilibrio, di coordinazione e del sistema nervoso centrale. «La signora è ora in una fase di ripresa».
L’anno scorso i casi denunciati di encefalite da morso di zecca sono stati 14 di cui 12 del distretto di Belluno (8 a carico di residenti bellunesi e gli altri quattro di non residenti) e due nel Feltrino. Nel 2018, ad oggi, a parte i due casi segnalati al San Martino non c’è nessun’altra evidenza.
Le vaccinazioni. In aumento sono anche le richieste di vaccinazioni da parte dei bellunesi, «tanto che abbiamo una lista di attesa di 40 giorni, visto che ora ci troviamo in piena stagione per le zecche», precisa il direttore dell’unità operativa complessa di Prevenzione, Fabio Soppelsa. «Nel 2013 abbiamo somministrato 1.940 dosi nel nostro distretto di Belluno; c’è stato un leggero calo di richieste nel 2014 (1.560 dosi) e nel 2015 (1.320). Per poi segnare una vera e propria esplosione tra il 2016 e il 2017 quando c’è stato da un anno all’altro un incremento del 26%. Dalle 3.560 dosi del 2016 si è passati infatti alle 4.488 dell’anno scorso. A questi si aggiungono gli 855 del distretto di Feltre (nel 2017).
E quest’anno i dati segnano un ulteriore aumento», sottolinea Soppelsa che ricorda: «Per chi volesse vaccinarsi sono a disposizione diversi ambulatori in tutto il territorio provinciale dove potersi rivolgere».
Cosa fare contro la zecca. «La soluzione migliore è quella di vaccinarsi. Tre le dosi da fare, del costo di 47 euro l’una per gli adulti, e di 39 euro per l’età pediatrica, cioè fino a 16 anni», precisano dal Dipartimento di Prevenzione.
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