Due centesimi in più al litro per il latte di montagna

Cuffaro della Cia: «Le nostre pressioni hanno convinto il ministro Centinaio» Nella polemica che investe l’associazione il presidente cerca di smorzare i toni



«Con il nuovo anno per le zone montane sarà assegnato un ulteriore contributo di due centesimi per litro di latte. E questo permetterà a un’azienda di medie dimensioni di contare su 10-15 mila euro in più all’anno. E la cosa non è di poco conto».

Così il presidente della Cia di Belluno, Luca Cosul Cuffaro, anticipa l’incontro avvenuto nel corso dell’assemblea nazionale della confederazione agricola con il ministro per le politiche agricole Gian Marco Centinaio. «Un annuncio non di poco conto», sottolinea Cosul Cuffaro, considerando la situazione attuale dei produttori di latte. «Annuncio che è il risultato anche delle pressioni esercitate in primis dalla Cia in questi anni per ottenere un giusto prezzo del latte specie per la montagna. Attualmente, stiamo affrontando a livello nazionale ed europeo una contrazione dei consumi dei prodotti lattiero-caseari pari al 20%, dovuti a una modifica delle abitudini. Contrazione che sale al 30% per il consumo di carne. Questo creerà non pochi problemi alle aziende agricole, che si troveranno a produrre più latte di quanto sia necessario andando a saturare il mercato. Per cui è importante che il prezzo del latte aumenti (e il trend attuale va in questa direzione). Solo così si garantisce la sopravvivenza delle stesse imprese».

Cuffaro vuole anche rispondere a chi ha criticato la lettera che il gruppo Allevatori bellunesi ha consegnato a settembre al consiglio di amministrazione di Lattebusche. Lettera che ha scatenato una bufera all’interno della Cia. Alcune aziende stanno chiedendo le dimissioni del presidente ma anche del direttore. «Per quanto mi riguarda, come avevo detto un anno fa, il mio incarico cesserà il 31 dicembre», commenta Mauro Alpagotti, rispondendo ai suoi detrattori. Al suo posto sarà nominato Fabrizio Bez, attuale direttore del patronato dei pensionati.

Dal canto suo il capo della Confederazione italiana degli agricoltori non ci sta a passare per quello che sta remando contro Lattebusche. «Quelle degli “allevatori bellunesi”, un gruppo nato cinque anni fa con una delle prime crisi del latte», precisa Luca Cosul Cuffaro, «erano soltanto delle domande che avevamo posto alla cooperativa per capire come uscire dall’empasse in cui si trovano le stalle e per far presente il malessere dovuto al basso prezzo del latte e allo spostamento da 30 a 40 giorni per il pagamento. L’intento, quindi, era propositivo, non certo denigratorio, c’era la volontà di trovare una soluzione insieme. Soluzione e confronto che auspichiamo di avere nelle sedi opportune e non certo sui giornali, anche con chi sta chiedendo le mie dimissioni».

Le aziende Cia associate a Lattebusche sono una trentina, e di queste «quelle che hanno firmato la lettera contro di me sono soltanto quattro. Due di loro, inolte, si sono già dissociate», precisa il presidente, sottolineando come la polemica sia di poco conto, anche se non nasconde che qualche malessere sia presente all’interno dell’associazione.

Cosul Cuffaro precisa un’altra quesitone, quella relativa ad accordi con altre società produttrici di latte. «Un incontro c’è stato alla Birreria Pedavena con rappresentanti di una delle aziende più importanti produttrici di latte: insieme ad altre quattro aziende della Cia, abbiamo parlato dei parametri di qualità. Volevamo avere un quadro di come operano queste grandi realtà, lo scopo era solo conoscitivo. Comunque, presto ci sarà un’assemblea dei soci in cui potremo parlare di questi problemi». La partita quindi è ancora aperta. —



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