Due giovani di Padola rilevano il Moiè di Padola: «Ci prendiamo il b&b»

COMELICO SUPERIORE
Per tanti giovani che lasciano la montagna ce ne sono due, Simone e Carlotta, che non solo hanno deciso di restare ma anche di investirci. Ventitre anni lui, venti lei, rispettivamente fratello e sorella: all’anagrafe Simone e Carlotta De Martin Fabbro che, con la collaborazione dei genitori Stefano e Daniela, hanno assunto la gestione del ristorante (e, all’occorrenza anche b&b) Moié di Padola, un ex agriturismo che dopo vent’anni di attività rischiava di chiudere i battenti per sempre di fronte alla volontà dei proprietari di dedicarsi finalmente alla meritata pensione.
«Quando ho saputo della possibilità di prendere in gestione il Moié non ci ho pensato su due volte», racconta Simone, in qualità di “portavoce” della famiglia De Martin Fabbro di Dosoledo, «cosa mi ha spinto ad intraprendere questa iniziativa? La voglia di lavorare. Ho trascorso gli ultimi mesi chiuso in casa dopo che l’avvento del Covid ha di fatto bloccato la ricettività turistica. Lavoravo in un rifugio in Pusteria quando, da un giorno all’altro, mi sono ritrovato seduto in poltrona senza fare niente. Ero stufo di stare ad aspettare; per questo, insieme a mia sorella e con l’aiuto di nostra madre che farà da supervisore, abbiamo deciso di lanciarci».
Neanche i dubbi e le incertezze da rimandare al Covid hanno frenato la vostra intraprendenza?
« Siamo elettrizzati da questa nuova avventura professionale. Diciamo che il nostro sogno era quello, un giorno, di poter avere una struttura tutta nostra. Rispetto ai programmi, la possibilità di farlo si è palesata forse prima di ogni più rosea previsione ma il fatto che siamo ancora molto giovani non ci spaventa, tutt’altro. Per quanto riguarda il periodo, sono fiducioso che presto tutto potrà tornare alla normalità. Abbiamo fissato il 20 giugno come data di apertura ma contiamo di poter tornare a muoverci liberamente tra le nostre amate montagne anche prima di quella data. Sono fiducioso anche sul ritorno degli stranieri in Comelico, pr me già durante l’estate si potrà tornare a viaggiare oltre confine; ma il vero boom lo avremo in autunno».
Quali saranno gli elementi fondanti del Moié in versione linea giovane?
«Abbiamo tante idee ma per il momento manterremo fede alle tradizioni. In queste settimane faremo alcuni lavori di ristrutturazione. Al ristorante abbineremo sei camere da letto. Tutto il resto lo vedremo cammin facendo, l’importante è iniziare».
Cosa ti senti di dire ai giovani che scelgono di lasciare la montagna?
«Tanti cercano altrove quei servizi che, in effetti, la montagna non offre. Penso ai miei coetanei che raggiungono Lignano per trascorrere una serata in discoteca. Le peculiarità della vita di montagna sono altre ma non per questo meno belle. Personalmente credo in quello che faccio e mi piace dove sono cresciuto e vivo, quanto basta per pensare ad un futuro qui, tra i monti del Comelico».
L’ultima annotazione, di fatto, è un piccolo sassolino da levarsi dalla scarpa.
«Qualcuno, in queste settimane, ci ha detto: “Beati voi che, essendo giovani, avete potuto usufruire di contributi per avviare l’attività” . A queste persone rispondo che non c’è nessun contributo a disposizione di noi giovani. Abbiamo fatto tutto da soli». —
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