Due guarigioni sotto esame attesa e speranza a Belluno
Il vescovo Marangoni: «Papa Francesco è l’uomo delle sorprese»
BELLUNO. «Papa Luciani, non ci sono dubbi, ha dato spessore all’umanità di Dio. Anche con il suo sorriso. Per questo gode di una devozione popolare che sconfina in tutti i continenti, come testimoniano le mail che abbiamo ricevuto in queste ore da ogni parte del mondo».
Lo spiega Renato Marangoni, vescovo di Belluno Feltre, che questa mattina, alle 10, nella cattedrale a Belluno, riceverà i pellegrini di ogni parte del Veneto. Sarà la prima celebrazione ufficiale in onore del “venerabile” Albino Luciani. A presiederla è stato invitato uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco, il cardinale Beniamino Stella, di origini trevigiane, prefetto della Congregazione per il clero, ma anche postulatore della causa di beatificazione.
Lo accompagneranno il vescovo Marangoni, il vescovo emerito di Belluno Giuseppe Andrich e Giuseppe Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto. È la festa di San Martino, il patrono della diocesi, quindi la più solenne della Chiesa di Belluno Feltre. Con l’Agordino, terra natale di Luciani, a portare l’olio per la lampada che arderà tutto l’anno.
Ammetta, eccellenza, anche lei è stato sorpreso dell’accelerazione del processo di beatificazione.
«Sì, lo ammetto. Il riconoscimento delle virtù cristiane praticate in maniera eroica non era stato programmato così rapidamente».
Se arriva presto il miracolo, già il prossimo anno, in occasione del 40° dell’elezione Papa Luciani potrà essere proclamato beato? Magari da Francesco nel corso della sua visita in Veneto?
«So che molti se lo augurano. Papa Francesco è l’uomo delle sorprese. E, in ogni caso, mi sembra di aver colto, quanto alla beatificazione, la volontà di non procrastinare la causa. 3600 pagine della “Positio”, distribuite fra 5 volumi, dimostrano tutto quello che c’era da dimostrare».
I miracoli ci sono, a quanto sembra.
«Sono due le guarigioni miracolose sotto esame, una in Puglia e l’altra a Buenos Aires» .
Il postulatore Stella potrebbe fare qualche rivelazione alla messa in cattedrale di oggi?
«Il cardinale è persona molto riservata».
Lei dov’era, 39 anni fa, quando Luciani fu eletto al soglio pontificio?
«Quando è iniziato il conclave al mattino c’è stata la messa all’altare della cattedra con tutti i cardinali. Io ero a Roma con altri amici seminaristi e il patriarca Luciani è passato accanto a noi nella processione d’ingresso all’inizio. I cardinali avevano il libretto in mano e lui si nascondeva la faccia e rideva. Vicino a me c’era una suora che diceva: questo è il patriarca di Venezia e lui l’ha guardata con la coda dell’occhio e rideva, velandosi il volto. È indimenticabile questa scena. Io avevo anche altre attese dal conclave, poi è venuto lui e quando è venuto sono esploso di gioia».
Luciani era un uomo di Chiesa conservatore, ma anche capace di forti innovazioni. Oggi perché è di attualità?
«Il messaggio di Papa Luciani mi pare sia in divenire, è quasi una primavera che deve portare i suoi frutti, però quello che sta succedendo attorno a questa persona – la chiamo persona proprio perché è la persona che sta mostrando aspetti che forse non vanno intesi solo superficialmente – induce alla fiducia e alla speranza».
Speranza e fiducia e il giorno d’oggi?
«Sì. Immagino, ad esempio, anche come lui abbia potuto assumere e dire sì quando gli hanno chiesto se voleva essere il vescovo di Roma. Lui si è fidato. Questa cosa mi ha sempre colpito: Luciani è un uomo di fiducia».
Ha detto di sì anche a Paolo VI sull’Humanae vitae. Pur avendo pensieri di considerazione per le coppie in difficoltà.
«Per questo è grande. Luciani conosceva bene i problemi della famiglia. Eppure ha accettato di accompagnare Paolo VI nel suo discernimento».
Un papa antimoderno, è arrivato a definirlo taluno.
«Anzi. Penso che sia stato Luciani, dopo Paolo VI, che ci ha aiutato a posizionarci nella modernità, però ha percepito con grande dignità e con grande travaglio interiore la necessità di questa transizione».
Ma perché c’è così tanta devozione popolare nei suoi confronti? È perfino commovente la lettura dei 120 volumi di testimonianze lasciate dai pellegrini in chiesa a Canale.
«Perché Luciani arriva quasi a darci il risvolto della grazia sorprendente di un Dio umanissimo, del modo con cui avremmo dovuto interpretare il tempo nuovo. Il che è avvenuto anche con Papa Bergoglio, dopo la forza dirompente di Giovanni Paolo II, la precisione, il senso della verità che ha bisogno di essere espressa anche in categorie di pensiero tipica di Benedetto XVI».
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