Due indagati per il video-hard on line

Due anni fa un film pornografico con tre giovani bellunesi spopolò in rete. Ora la protagonista, una barista, vuole giustizia
Di Marco Filippi

BELLUNO. Il “mènage a tròis” in salsa bellunese, che, nell’inverno 2010, calamitò tanto interesse in rete, facendo impazzire gli utenti a caccia del video, avrà uno strascico giudiziario nelle aule del tribunale. I nomi di due giovani, infatti, sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di diffamazione e divulgazione di dati personali nella rete (violazione della privacy) ai danni della protagonista femminile del video-hard, un’avvenente barista feltrina che lavora a Belluno.

L’inchiesta è arrivata ad un punto cruciale. La procura della Repubblica di Belluno, infatti, ha chiesto al gip di archiviare la posizione degli indagati, sospettati di essere stati i divulgatori in rete del video pornografico amatoriale, senza il permesso della barista. Motivo: gli investigatori non sono riusciti ad acquisire a carico di qualcuno prove informatiche sufficienti per sostenere l’accusa in un eventuale dibattimento. I due indagati sono un giovane di San Gregorio nelle Alpi, uno dei due protagonisti maschili del video (assistito dall’avvocato Massimo Moretti), ed uno di Mel (assistito dall’avvocato Martino Fogliato), inizialmente sospettato di aver ceduto il video ad un amico che l’avrebbe poi immesso in rete. Persona, quest’ultima, mai identificata.

Ma la parte offesa, la bionda barista del video che ha spopolato in rete, attraverso il suo legale, l’avvocato Gianmaria Franceschin (del foro di Venezia) si oppone all’archiviazione e chiede al giudice delle indagini preliminari Aldo Giancotti un supplemento d’inchiesta.

La giovane donna, che avrebbe subìto un pesante contraccolpo psicologico, con relativi danni morali, dalla diffusione in rete del video, vuole a tutti i costi perseguire per vie legali chi ha immesso nella rete un video che doveva essere ristretto soltanto ad un circolo di pochi intimi: «Chi mi vuole rovinare, deve pagare», avrebbe a suo tempo confidato ad un’amica. Il suo legale si limita a confermare: «In autunno ci sarà un’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione proposta al gip dalla procura. Noi ci opporremo all’archiviazione. Di più non aggiungo».

Ad autunno, nell’apposita udienza, il gip Giancotti dovrà decidere se accettare la richiesta di archiviazione proposta dal pubblico ministero Antonio Bianco o se accogliere la richiesta d’opposizione all’archiviazione che avanzerà la difesa della parte offesa disponendo nuovi indagini o addirittura disponendo l’imputazione coatta per i due indagati.

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