Due mesi per decidere il futuro dei treni
BELLUNO. Due mesi di tempo per capire se si può fare. Viene definito positivo e molto pratico l’incontro tecnico di ieri tra i vertici di Trenitalia, Rfi, Regione, Provincia e Roger De Menech in rappresentanza del governo. La riunione doveva valutare la compatibilità tra l’idea politica di elettrificare le linee ferroviarie bellunesi e la realtà, perché un progetto vero e proprio non è mai stato fatto e anche il costo di 105 milioni di euro è solo una stima. I presenti hanno deciso di dividere il lavoro in due ambiti (o tavoli): il servizio, che coinvolge di più Trenitalia e la Regione, e l’infrastruttura affidata a Rfi con investimenti statali.
Non era, invece, oggetto di discussione, lo sviluppo delle reti esistenti, cioè il Treno delle Dolomiti per Cortina e il collegamento tra Feltre e il Trentino, piani che seguono un percorso diverso.
Il primo tavolo di lavoro produrrà i suoi risultati già a fine marzo, perché è chiaro che potenziare la rete ferroviaria con l’elettrificazione sarebbe inutile se non venisse migliorato anche il servizio, cioè aumentando le corse (ora sono 24 al giorno) e innovando i treni in circolazione come già si è iniziato a fare.
Per quanto riguarda la progettazione dell’infrastruttura, si è deciso di dividere in due l’analisi, come spiega il deputato De Menech (Pd): «L’obiettivo è di realizzare almeno l’elettrificazione della parte bassa, permettendo di comprendere il bellunese nella rete metropolitana di superficie veneta e quindi dando vita all’anello Belluno - Feltre - Montebelluna - Conegliano. Poi c’è la parte alta, quella che oggi si ferma a Calalzo e per la quale vogliamo arrivare almeno ad avere un progetto preciso. Nelle settimane scorse abbiamo ricevuto l’input del ministro Delrio, che ci ha dato il via libera per la valutazione dell’opera, oggi abbiamo trovato la collaborazione piena dei tecnici. Va detto che nell’ultimo contratto con Rfi il governo ha messo parecchi soldi».
La progettazione dovrà anche definire le priorità e non si esclude un’operazione a stralci, ma prima bisogna capire se l’elettrificazione bellunese è fattibile e sostenibile.
È ottimista anche Roberto Padrin, consigliere delegato alle infrastrutture per la Provincia: «Quello di oggi è il primo mattone concreto e vero. Io ci credo. Abbiamo avanzato richieste legittime e indispensabili se vogliamo che il servizio in provincia di Belluno abbia un futuro, visto che negli anni è andato in peggioramento». Padrin riconosce, tuttavia, l’impegno di Trenitalia: «La mia prima condizione era che migliorassero i treni e lo hanno fatto, ora, per non isolare il bellunese dal resto del mondo, l’elettrificazione è fondamentale, anche per evitare le rottura di carico». Il sindaco di Longarone ha fatto leva anche sul turismo, spiegando come il bellunese sia pesantemente penalizzato da collegamenti inadeguati e ricorda che ad aprile Anas farà le sue proposte in vista di Cortina 2021.
Sia De Menech che Padrin, ma anche l’assessore regionale Elisa De Berti evidenziano: «l’unità di intenti» raggiunta ieri, «che dà grande fiducia. È il primo tassello per concretizzare quella che sarà una grande opera».
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