Duecento milioni da investire per la sicurezza di case e boschi
Ieri la Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni ha confermato la distribuzione delle risorse per la tempesta Vaia. 756 milioni, in tre anni, per il Veneto, che vanno aggiunti ai 150 della Finanziaria. Già oggi l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin sarà in Agordino per le prime ricognizioni sulle opere più urgenti da realizzare. «Quest’anno sono a disposizione 409 milioni», puntualizza Bottacin. «Oltre ai 90 milioni per gli interventi richiesti dalla stretta emergenza e che fanno capo al cosiddetto “decreto Bitonci”, i sindaci avranno a disposizione 100 milioni circa per indennizzare i privati e altri 200 milioni da investire in opere di sicurezza, che verranno definite quanto prima con il Piano del commissario delegato Zaia». Piano che sarà sottoposto al Dipartimento della Protezione Civile che seguirà passo dopo passo l’iter, anche con specifiche verifiche. La sfida, comunque, sarà quella di avere i progetti subito pronti, molti infatti sono ancora in elaborazione. «È evidente che si partirà», fa sapere Bottacin, «con i progetti cantierabili». In questa ottica, funzionano a pieno ritmo i presidi di Rocca Pietore e Lozzo, presso i quali sono operativi tecnici non solo per i boschi, ma anche per i lavori sui versanti a rischio valanga.
A colloquio coi sindaci
Nei prossimi giorni, l’assessore Bottacin incontrerà i sindaci per stabilire le priorità e definire gli interventi da effettuare con i 200 milioni di euro a disposizione. L’urgenza massima riguarda la messa in sicurezza dei versanti a rischio frane o valanghe. Ne sono stati individuati 86 tra il Bellunese e l’altopiano di Asiago. «Bisognerà subito intervenire sui pendii che mettono in pericolo le case abitate, poi le strade», puntualizza Bottacin.
Prima priorità: le case
Ben 600 gli edifici in zona a rischio, ma non tutti sono residenza abituale dei proprietari. Si partirà, dunque, da quelli che costituiscono la prima o la seconda casa. Sotto i riflettori Rocca Pietore, Livinallongo e Caprile. «Solo il nostro Comune», ricorda Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, «ha 200 alloggi abitati a rischio, con almeno 300 persone, da Sorarù a Salesei, Andraz, Trenta e altre ancora. Complessivamente le residenze “attive” in pericolo saranno circa 500 e più di mille coloro che le abitano». Rocca Pietore e Caprile patiscono il disagio maggiore.
seconda priorità: sistemare i boschi
In questi giorni si sono fatti sentire con i sindaci – Andrea De Bernardin, di Rocca, ieri era impegnato in giunta e in consiglio comunale – i soggetti attuatori, Dell’Acqua e Stella, che hanno dato mandato ai loro rappresentanti in zona a procedere con l’indizione delle gare per la vendita e l’asporto del legname. Ma questo avverrà nei luoghi accessibili. Gli altri dovranno essere messi in sicurezza, con le barriere di protezione. Che poi vuol dire protezione delle strade e dei servizi essenziali (acquedotto e corrente), per cui si interverrà contestualmente per queste esigenze. Per i boschi invece, le gare saranno accompagnate dal ripristino delle piste silvo-pastorali per consentire l’accesso dei proprietari, in particolare ai privati.
Rimborsi ai privati
I privati potranno rivolgersi già ai sindaci per gli indennizzi dei danni subiti, alle case e alle imprese o negozi, sulla base, peraltro, delle dichiarazioni già inoltrate entro dicembre. L’anticipazione sarà fino a 5 mila euro per le abitazioni e fino a 20 mila per le aziende. La copertura arriverà all’80%, quindi non sarà totale. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi