Duemila persone in Cansiglio per don Ciotti
PIAN DEL CANSIGLIO. Oltre duemila persone, per lo più aderenti alle associazioni dei partigiani (Anpi) delle province di Belluno, Treviso e Pordenone, hanno partecipato oggi, a Pian del Cansiglio, alla annuale commemorazione per gli eventi dell'estate del 1944 quando, nella lotta contro i nazifascisti, persero la vita 480 combattenti delle locali formazioni partigiane. A celebrare una messa ed a tenere l'orazione civile - in un luogo dove una dolina veniva usata dai nazifascisti per infoibare civili e partigiani - è stato, in questa circostanza, don Luigi Ciotti, presidente di «Libera», il quale si è soffermato in particolare sul legame fra la Resistenza di oggi e quella alla quale è chiamata oggi la popolazione civile per «contrastare la violenza ed i crimini che fanno crescere l'ingiustizia, la violenza, l'illegalità».
«La prima riforma da fare in Italia - ha proseguito - è l'autoriforma, la riforma delle nostre coscienze, perché non possiamo essere cittadini a intermittenza ma cittadini veri». Per don Ciotti è principalmente «la cultura che può dare la sveglia alle coscienze. La gamba che manca alla democrazia è quella delle politiche sociali. Di camorra parliamo da 400 anni, di 'ndrangheta e Cosa Nostra da oltre un secolo. Nonostante l'impegno di chi combatte per la legalità e ha perso la vita - ha detto ancora - oggi ci vuole un'altra Resistenza». Ad accogliere il sacerdote, originario di Pieve di Cadore erano presenti decine di sindaci dalle tre province che condividono l'area del Cansiglio con i rispettivi gonfaloni.
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