Duemila posti di lavoro persi nel 2014
BELLUNO. Lo “scollamento” tra un’economia che, dal punto di vista di produzione e fatturato, sembra ripartire e un’occupazione che, al contrario, non sta seguendo la stessa tendenza, registrando invece un saldo negativo allarmante: è questo il dato più preoccupante che emerge dal rapporto sull’andamento del mercato del lavoro nel terzo trimestre 2014, elaborato dall’Ufficio studi della Cisl Belluno-Treviso su dati forniti da Provincia di Belluno, Veneto Lavoro e Istat.
L’analisi fotografa una situazione in cui sono migliorate le performance aziendali sul fronte di ordini, produzione, utilizzo degli impianti e, soprattutto, export. Ma questo non ha avuto ricadute positive sull’occupazione, anzi: il dato relativo all’inoccupazione è passato dal 12% del 2013 al 13% reale dello scorso anno.
Nei primi nove mesi del 2014 si sono andate a perdere quasi 2 mila unità lavorative: le assunzioni sono state, infatti, 20.545, contro 22.500 cessazioni. Un quadro peggiore rispetto a un 2013 già negativo, quando si era registrato un saldo negativo di 1.020 lavoratori. A soffrire sono soprattuto i giovani, nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, con un saldo positivo di sole 10 unità rispetto alle 305 dello stesso periodo 2013.
«Questo “scollamento” rappresenta un elemento nuovo», commenta Anna Orsini, segretario generale aggiunto della Cisl Belluno-Treviso, «e indica che le aziende, in un contesto di incertezza e poco prevedibile, ricorrono sempre più alla flessibilità interna anziché alla creazione di nuovi posti di lavoro. Proprio per questo uno degli appelli che facciamo come sindacato è di provare a potenziare i contratti di solidarietà per valorizzare la forza lavoro in termini di maggiore distribuzione. Ricordiamo, poi, che la cassa integrazione, soprattutto se utilizzata nel lungo termine, rischia di essere un modo per “parcheggiare” le persone, anziché essere usata per progetti di reinserimento attraverso la formazione».
Proprio sul fronte della cassa integrazione, l’utilizzo totale nel novembre 2014 fa registrare un calo di oltre il 25% rispetto allo stesso mese 2013, con un totale di 779.049 ore. Le ore autorizzate tra gennaio e novembre sono state 5 milioni e mezzo. A diminuire sono soprattuto la Cig straordinaria e in deroga, mentre aumenta l’ordinaria. «L’utilizzo è comunque fluttuante e varia di mese in mese», precisa Rudy Roffaré della segreteria Cisl. «A colpire è piuttosto un altro dato: le aperture di crisi aziendali. Nel 2014 sono raddoppiate rispetto all’anno precedente, passando da 35 a 69 e coinvolgendo circa 1.400 lavoratori».
Il manifatturiero tiene soprattutto grazie alle grandi realtà aziendali della meccanica e dell’occhialeria, segnando nel terzo trimestre 2014 un +4% rispetto allo stesso periodo di due anni fa. La migliore performance in Veneto, dove la media è del 1,2%. E se il mercato interno della provincia ha registrato un +2%, i segnali più incoraggianti arrivano dall’export, dove l’incremento ha superato il 10%, contro il 2,6% veneto. Numeri, però, che riguardano ancora una volta le grandi realtà imprenditoriali e non le piccole.
La situazione del commercio è decisamente meno rosea: il fatturato di supermercati e grandi magazzini è calato nel terzo trimestre 2014 del 5,7%, del 2,5% nel settore alimentare. «Sul commercio stiamo aspettando i dati ufficiali», commenta Roffaré, «sembra che nelle ultime settimane dell’anno ci sia stata una ripresa».
Nel comparto turistico, le presenze sono aumentate dell’1% (in calo i turisti italiani e in crescita quelli stranieri), ma i pernottamenti sono scesi del 2,5%, con una durata media del soggiorno in leggero calo rispetto al 2013. In aumento, invece, le presenze turistiche nelle città storiche della Valbelluna, come Belluno, Feltre e Mel.
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