Duro scontro su “Dote scuola” L’associazione Bonavera attacca

Il papà di Martina è arrabbiato e deluso: «Il Comune si è arrogato la paternità di una nostra iniziativa senza informarci nè coinvolgerci. È stata strumentalizzata. Forse perché a breve si andrà a votare?»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Disappunto, sconcerto, molto rammarico. L’associazione Martina Bonavera non ha gradito per nulla come è stato comunicato l’avvio del progetto Dote scuola da parte dell’amministrazione. Ma soprattutto il trattamento che le è stato riservato dall’amministrazione stessa.

Erano altri, gli intendimenti dell’associazione, che non è stata resa partecipe dei dettagli del progetto. «Una nostra iniziativa», puntualizzano Linda e Francesco Bonavera, i genitori di Martina, «che ogni giorno sosteniamo ma che è stata strumentalizzata per fini che non condividiamo nella maniera più assoluta». Da qui il sospetto: non è che il Comune abbia avuto tanta fretta nel comunicare l’avvio del Dote scuola «senza interpellarci e arrogandosi la paternità dell’iniziativa, relegando la nostra associazione a compartecipe con le altre realtà associative bellunesi in un ruolo soltanto marginale, perché a breve ci saranno le elezioni, e un aiuto alle tante famiglie meno abbienti, da parte del Comune, potrebbe avere un ottimo ritorno in termini di voti?». È dura la presa di posizione dell’associazione.

Linda e Francesco Bonavera ricostruiscono come si è svolto il percorso di dialogo con il Comune. Iniziando con una premessa: «L’associazione Martina Bonavera promuove ogni anno una raccolta fondi da destinare a iniziative a favore di bambini e ragazzi, nel nome e nel ricordo della nostra amatissima figlia. L’idea, per quest’anno, era di aiutare le famiglie ad acquistare i sempre più costosi libri per le scuole medie e superiori».

Ma all’associazione è apparso subito chiaro che c’era un problema: come gestire le richieste provenienti dalle famiglie, senza poterne conoscere i redditi e gli indicatori Isee? Così «ai primi di gennaio», i Bonavera si sono rivolti a Biagio Giannone, chiedendo se il Comune poteva aiutare l’associazione. «La risposta è stata positiva e entusiasta», raccontano.

Giannone ne ha parlato con l’assessore di riferimento per il sociale, Valentina Tomasi, e ai Bonavera è stato assicurato supporto, «purché avessimo inserito anche la cancelleria nel contributo, altra voce che incide nelle spese scolastiche delle famiglie».

Il 15 febbraio l’associazione ha organizzato una serata al teatro comunale ma il Comune ha chiesto di non diffondere in quella sede dettagli sull’iniziativa: «Dovevano essere ancora definiti diversi aspetti. Così ci siamo limitati a dire che lo scopo della nuova raccolta fondi 2017 da parte dell’associazione era semplicemente aiutare le famiglie bellunesi in difficoltà». Stessa linea tenuta in occasione del torneo di calcio a 5 fatto in marzo.

Pochi giorni fa Francesco Bonavera ha incontrato Valentina Tomasi segnalando che era opportuno accelerare con i tempi per avviare l’iniziativa a settembre. «Abbiamo chiesto che ci facesse sapere come approntare insieme un eventuale bando e in risposta, altrettanto gentilmente, ci è stato detto che ci avrebbe fatto sapere entro la prossima settimana». Cioè questa, che va a concludersi. Martedì sui quotidiani locali è uscita la notizia del Dote scuola.

«Si legge addirittura che il Comune stava lavorando a questo progetto da un anno, quando l’idea è stata da noi presentata ai primi di gennaio e nessuno ci ha mai detto che il Comune stava lavorando a un analogo progetto».

E allora come mai l’associazione non ha potuto dire niente il 15 febbraio? Perché non è stata coinvolta? Si chiedono i Bonavera. Perché il Comune «si è arrogato la paternità dell’iniziativa?. Che c’entri per caso il fatto che fra un mese ci saranno le elezioni? La nostra associazione si dissocia nella maniera più assoluta da questo tipo di logiche e comportamenti opportunistici e poco trasparenti».

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