È allarme maltempo: il rischio viene dalle frane
BELLUNO. «La protezione civile regionale è pronta ad affrontare gli eventuali effetti del maltempo atteso nelle prossime ore in Veneto». Arriva il “cugino” di Sandy e la macchina per le emergenze è pronta: lo ha sottolineato ieri l’assessore regionale alla protezione civile Daniele Stival, lo ha ribadito Emanuela Milan, capo gabinetto facente funzioni della Prefettura e sub commissario della Provincia.Enti locali, forze dell’ordine, tecnici, associazioni e gruppi del volontariato sono pronti a intervenire in caso di emergenza.
Il meteo. La chiamano la cugina di Sandy o la tempesta di San Martino. Si tratta di una forte perturbazione accompagnata e sospinta da intense correnti di scirocco che ha investito nella mattinata di ieri il Nordovest dove è scattata l’allerta massima in Liguria. Ma il peggio è iniziato in serata, con pioggia e neve oltre i 2 mila metri. Tra le sette regioni in allerta, c’è anche il Veneto (a Venezia l’acqua alta potrebbe superare i 120-130cm). E il Bellunese non sarà risparmiato: le previsioni parlano chiaro, dalle 18 di ieri alle 18 di oggi potrebbero cadere da 100 a 150 millimetri di pioggia. E su un’area idrogeologicamente instabile come la nostra provincia, i pericoli legati a frane o smottamenti sono alti.
La macchina è pronta. La Regione chiama, Belluno risponde. La grande macchina che compone il Sistema di protezione civile locale è stata allertata. Attivati il monitoraggio del territorio e la reperibilità di tecnici e dirigenti. «Abbiamo ricevuto il messaggio di allerta del “Centro funzionale decentrato” della Regione, che segnala criticità idrogeologica e idraulica molto elevate», spiega Emanuela Milan. «Chiaramente, vista la conformazione della nostra provincia, è più probabile il rischio frane, rispetto alle esondazioni di torrenti o fiumi».
Un sistema piramidale. È la Regione, tramite il “Cfd”, a inoltrare l’allerta meteo alla prefettura che, a sua volta, la gira agli enti locali, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, ai gestori dei corsi d’acqua, al Genio civile, al Corpo forestale dello Stato e via dicendo. «Tutte azioni che abbiamo sbrigato nella giornata di venerdì. Assieme alle forze dell’ordine, monitoreremo la situazione, per essere pronti, se necessario, con un interevento operativo. In caso di necessità, i primi a muoversi saranno i vigili del fuoco, poi ovviamente interverranno le varie forze dell’ordine, le squadre di tecnici e gli enti che curano le strade».
Un sistema coordinato, con i vari settori, collegati tra loro: «Il primo step è a livello locale, con il sindaco in contatto con le squadre locali di volontari. Se la situazione dovesse degenerare, con i sindaci impossibilitati a gestire l’emergenza, viene allertato il piano superiore, ovvero la Prefettura. Ovviamente, in questo caso forze dell’ordine e gli altri soggetti sarebbero convocati con urgenza per mettere a punto uno specifico piano di intervento».
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