È il diploma serale l’ultima carta dei tanti senza lavoro
BELLUNO. Costretti a tornare sui banchi di scuola per una nuova formazione e con la voglia di un riscatto personale. È questa una delle motivazioni che spinge tanti adulti a iscriversi ai corsi serali per acquisire un diploma di scuola superiore.
Per poter dare loro un’opportunità, rispondendo alle esigenze che arrivano dal territorio, l’istituto Catullo attiverà, a partire dal prossimo anno scolastico, un altro corso oltre a quello per i servizi sociali: il liceo artistico. Le iscrizioni si chiuderanno il 31 maggio.
«Sono molte le persone che hanno perso un lavoro e che vogliono riqualificarsi e reinvestire in una nuova professione», precisa il dirigente del Catullo, Michele Sardo. «Dal 2003 al 2011 sono stati 200 gli studenti adulti che sono tornati in formazione e la maggior parte di questi (130) ha ottenuto anche il diploma, qualcuno pure col massimo dei voti. Attualmente il corso attivo è quello di tecnico dei servizi sociali, che si snoda in tre classi: un biennio, una terza e una quarta: sono oltre 50 gli studenti che ogni sera dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 22 tornano sui banchi di scuola.
«Negli ultimi anni abbiamo visto un aumento di iscritti, soprattutto tra chi ha perso l’occupazione e per trovarne una nuova cerca di riqualificarsi. Ma c’è anche chi aveva dovuto abbandonare gli studi da giovane per andare al lavoro e ora ritenta quella strada. Infine, spazio a chi, soprattutto ragazzi (e questi sono in aumento anche se sono quelli che poi abbandonano più facilmente rispetto agli adulti), non essendo riuscito a completare gli studi per vari problemi, ora prova a conseguire il diploma», precisa Michela Fregona, docente anche dei corsi serali.
«L’educazione per gli adulti», prosegue il preside, «è incentivata moltissimo dall’Unione europea, anche se l’Italia su questo fronte è indietro anni luce rispetto alla Francia e ancora di più rispetto alla Germania. Di strada da fare ce n’è molta».
Lo studente-tipo del serale è donna tra i 40 e i 50 anni. Molte le straniere, specie dell’Est Europa, in possesso di titoli conseguiti nei Paesi d’origine, che però in Italia non sono riconosciuti.
«Tra le manifestazioni di interesse per il nuovo indirizzo artistico abbiamo, ad esempio, una macedone laureata in farmacia. A ognuno dei candidati facciamo dei test di ingresso per capire il tipo di preparazione e inviarli alle classi. Quella che lanciamo è una scommessa che vogliamo vincere», precisa il dirigente, che poi fa notare come sulla percentuale di adulti che lasciano o che, pur volendolo, non riescono a iscriversi, incidano «i problemi di orario del trasporto pubblico: «Dopo una certa ora non ci sono più bus o treni».
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