«È il risultato delle riforme sbagliate»
BELLUNO. «La vicenda dell’Invensys è emblematica di quello che succederà a causa della riforma Fornero».
Il segretario della Fiom Cgil, Luca Zuccolotto non ha dubbi: i responsabili di questa grottesca situazione sono chiari. «Purtroppo la chiusura dell’Invensys è coincisa con la riforma delle pensioni, così molti di coloro che potevano ritirarsi si sono trovati col cerino in mano. E ora hanno diversi anni ancora davanti prima di andare a riposo, ma per loro l’impiego è inesistente».
Zuccolotto spiega che «la crisi dell’Invensys è arrivata in un momento in cui tutto quello che c’era nel campo del lavoro e della previdenza è cambiato. E questo non ha aiutato a risolvere questa vicenda. Dal 6 agosto, quando scadrà la mobilità, queste persone non avranno più niente. Mancherà loro lo stipendio ma anche l’aiuto che veniva dall’ammortizzatore sociale e che in questi tre anni ha permesso loro di andare avanti».
E così Zuccolotto rilancia un ragionamento complessivo a livello territoriale. Quel ragionamento che era iniziato qualche mese fa in corrispondenza della richiesta di mobilità volontaria all’Acc Wanbao. Allora i sindacati aveva chiesto a Confindustria di sedersi attorno a un tavolo per fare la lista delle imprese che necessitavano di manodopera così da poter riassorbire eventuali esuberi. Un ragionamento partito dal caso specifico, ma che le parti sociali estendono a tutte le realtà imprenditoriali in crisi. «Nella discussione che Cgil, Cisl e Uil devono fare con Provincia e Confindustria è necessario tenere conto anche di questi aspetti, cioè del fatto che c'è gente che ha perso tutto. Persone che non sanno come andare avanti, visto che hanno un’età in cui diventa difficile trovare un nuovo impiego. Bisogna garantire il reddito alle persone». Come? «La risposta la deve dare la politica, chi governa ma anche chi è all'opposizione: nessuno può far finta di niente. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».
La crisi sta mordendo ancora in provincia di Belluno: basta pensare alla Ferroli, all’Albertini o alla Wanbao: «Stiamo parlando di 700-800 dipendenti complessivamente e solo nel metalmeccanico. Purtroppo», lancia l’allarme Zuccolotto, «l’impatto delle riforme sbagliate si vedrà fra qualche anno. Anche il Jobs Act presto rivelerà i suoi limiti. Temo, infatti, che moltissime delle persone che sono state assunte con questo sistema, allo scadere del triennio saranno lasciate a casa. Ad oggi», conclude il segretario della Fiom, «si stanno provando soluzioni capaci solo di tamponare una situazione che sta precipitando. La vera riforma è far sì che chi ha 42 anni di lavoro si ritiri con una pensione dignitosa, lasciando spazio ai giovani. Altrimenti, con pensioni basse, i sessantenni ce li troveremo ancora nei posti di lavoro». (p.d.a.)
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