È l’anno zero per il turismo dello sport

Renzo Minella di Dmo: «Solo nei dieci eventi più importanti è stato perso in media un milione di euro al giorno»

BELLUNO

Turismo dei grandi eventi sportivi, anno zero. L’estate 2020 presenta un saldo negativo da record per un mercato relativamente nuovo ma particolarmente fruttuoso.

Numeri azzerati, di fronte alla cancellazione di tutti i grandi appuntamenti che da anni accompagnano l’estate della provincia bellunese. Risulta un’impresa ardua riuscire anche a quantificare le perdite: i confini dentro i quali muoversi sono particolarmente ampi.

«Sul nostro territorio esiste una top ten di eventi in grado di coinvolgere una media di diecimila partecipanti», commenta Renzo Minella della Dmo Dolomiti, «se consideriamo che per ognuno di questi ogni partecipante spende una media di 100 euro per un pernottamento possiamo arrivare a dire che ogni evento ha fatto registrare una perdita di oltre un milione di euro al giorno».

Numeri improvvisati ma tremendamente veritieri. La disamina di Renzo Minella va oltre.

«Se parliamo di movimento direttamente collegato al grande evento, a far registrare pesanti perdite di natura economica sono anche bar, ristoranti ed attività commerciali. C’è poi il cosiddetto movimento indiretto, rappresentato da coloro che una volta scoperto un luogo attraverso la partecipazione ad un evento sportivo, ci tornano l’anno successivo in vacanza insieme alle rispettive famiglie. In questo specifico caso le perdite sono incalcolabili».

Il turismo dei grandi eventi ha avuto il merito di imprimere una forte destagionalizzazione alle presenze nel Bellunese, riempiendo le strutture ricettive anche a giugno e settembre.

«Il segreto del successo risiede in questo dettaglio, organizzare un evento a luglio ed agosto non ha alcun senso», prosegue Minella che aggiunge, «possiamo dire che ogni evento in grado di coinvolgere un minimo di mille partecipanti genera, da solo, una forte ricaduta economica sul territorio. Ci sono eventi poi che hanno il potere di coinvolgere più territori, anche relativamente lontani tra loro. Penso alla Maratona delle Dolomiti oppure al Sellaronda Bike Day che, seppur organizzati in Alto Adige, con gli oltre ventimila partecipanti regalano pesanti ricadute economiche su tutto il bellunese».

A proposito di bicicletta, Renzo Minella analizza da vicino il “fenomeno Giro d’Italia”, lui che per primo ha portato la corsa rosa sul territorio provinciale intuendone le potenzialità.

«Nel caso del Giro d’Italia parliamo di numeri da capogiro. Lo scorso anno solo la carovana era composta da oltre duemila persone. Abbiamo riempito tutti gli alberghi fino a raggiungere Cadore ed Agordino. Tutto questo a fine maggio quando la gran parte delle strutture ricettive solitamente è chiusa. L’impatto del Giro d’Italia su un territorio è devastante».

Accordato che l’estate 2020 vedrà azzerarsi, oltre ai numeri, anche i sogni di gloria, cosa ne sarà del 2021?

«Sono certo che in ottica futura non ci saranno contraccolpi», conclude Minella, «questi sono eventi consolidati e dall’appeal fortissimo. Per questo motivo sono sicuro che nel 2021 saranno registrati numeri ulteriormente in crescita per quanto sarà difficile riuscire a fare meglio di quanto fatto negli ultimi anni». —


 

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