E’ l’ultimo giorno all’ombra del Cridola
LORENZAGO.
Il Cadore saluta Benedetto XVI, che dopo 19 giorni lascia Lorenzago per tornare a Roma. Forse facendo tappa al cimitero delle vittime del Vajont (ma la decisione sarà presa all’ultimo momento). Ieri sera nessuna passeggiata all’esterno del parco di Mirabello, nonostante una folla lo attendesse in centro a Lorenzago (dalle 16 a dopo le 19).
Alle 17 Ratzinger partirà in elicottero dai campi da tennis di Lorenzago verso le 17. Gli daranno l’“arrivederci” il sindaco Mario Tremonti, il presidente della Provincia Sergio Reolon, per la Regione l’assessore Oscar De Bona, Flaminio Da Deppo per la Comunità montana. Una ventina di minuti dopo i vescovi di Treviso, mons. Andrea Bruno Mazzocato (che salirà anche in elicottero), e di Belluno-Feltre, mons. Giuseppe Andrich busseranno alla porta di casa-Ratzinger per accompagnarlo al castello Mirabello, dove il papa prenderà congedo da quanti lo hanno seguito da più vicino in questa vacanza. Sono ammessi anche i giornalisti ed è molto probabile che il papa si soffermi qualche minuto con loro. Due le “curiosità”: se l’anno prossimo ritornerà a Lorenzago e quali saranno i prossimi passi verso la Cina.
Arrivederci.
Per quanto riguarda le vacanze del 2008, Benedetto XVI non ha anticipato nulla. Si sa che a metà luglio sarà alla “Gmg”, in Australia, e che, pertanto, potrebbe salire sulle Dolomiti nella seconda parte del mese e nella prima di agosto. Ad Auronzo Benedetto XVI ha pronunciato un significativo “arrivederci”, ieri con i sindaci del Cadore ha dichiarato esplicitamente che queste vacanze gli sono piaciute un sacco: per i sentieri ombreggiati, i boschi, le cappelle ed i sntuari, soprattutto per il calore della gente che lo ha quasi intimidito. «Lo speriamo, a Dio piacendo», ha azzardato rispondendo al sindaco Ciotti di Pieve di Cadore. Se di vacanze pontifice si parlerà anche il prossimo anno, e queste si svolgeranno in Italia, è quasi certo che avranno sede ancora ai piedi del Cridola. Tenuto anche conto degli investimenti che un po’ tutti hanno fatto quest’anno.
«Lo aspettiamo».
Tra le 16.30 e le 17 il corteo pontificio attraverserà Lorenzago. Per centinaia di cadorini sarà l’ultima occasione di salutarlo. A meno che non scendano fino ai campi da tennis, per la strada del lago, lungo la quale sono ancora appesi i cartelli di benvenuto, bandiere, nastri, fiocchi color vaticano. Ieri almeno 500 persone si erano assiepate in centro per rivedere Benedetto XVI, dopo le tre soste di mercoledì sera, al rientro da Vigo. Ma quel bagno di folla probabilmente è stato ritenuto l’ultimo, anzi, pardon il penultimo. Ieri il pontefice è rimasto in casa, ha passeggiato nel parco domestico. Per questo pomeriggio la speranza è che il corteo attraversi il paese a ritmo rallentato e che sia permesso ai cadorini di dare l’arrivederci al papa. L’affetto dev’essere maturato in misura tale che ieri, per circa 4 ore, la folla non riusciva a scollarsi dalla strada. Ad un certo momento si è sparsa la voce che arrivava don Georg, il segretario, per una visita al museo dedicato a papa Wojtyla. Giornalisti, fotografi, cameramen, i responsabili del museo, lo stesso assessore provinciale Costola, tutti in febbrile attesa. Invece niente.
Medaglie.
Nell’attesa il responsabile del museo Marco D’Ambros ha mostrato, con orgoglio, la medaglia di bronzo di massimo Facchin che ricorda il soggiorno di Benedetto XVI. Fresco il conio. Facchin aveva realizzato anche le medaglie di Wojtyla. Una e l’altra, in pregiata confezione, saranno donate oggi al papa, al momento della partenza. Le medaglie si trovano al museo, insieme ad altri gadget: calendari, santini, portachiavi, e via elencando.
La carezza al gatto.
Tra gli ultimi gesti molto teneri del papa è la carezza ad un gatto portato da un ragazzo a Vigo di Cadore, a margine della visita alla chiesa di Sant’Orsola. Una vacanza che il papa ricorderà. Così come non la dimenticheranno i cadorini. Da Lorenzago Ratzinger volerà in elicottero a Treviso, dove in aereo raggiungerà Roma e da qui Castel Gandolfo.
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