E' mancato Ercole, papà dei biscotti e del forno di Padola
Ercole De Martin Fabbro aveva uno sguardo dolce come i suoi biscotti, gli Ercolini, che lo hanno reso famoso ben oltre Padola, dove viveva.
È morto per un malore giovedì scorso. Nato a Milano il 28 gennaio del 1936, da qualche anno era andato in pensione, anche se aveva qualche difficoltà a staccarsi dal forno, dove ha passato una vita, e che è gestito dai nipoti Daniele e Tiziano Pocchiesa, figli della sorella Irene e di Ivan Pocchiesa.
Così ogni tanto faceva ancora un salto in laboratorio a “spennellare” le brioches prima di infornarle. Poi si godeva la sua passione per lo sport, ma non quello guardato in tv, come fa la maggior parte dei suoi coetanei. No, lui è stato proprio un atleta, capace di raccogliere medaglie pregiate ai campionati nazionali di atletica leggera della sua categoria. Una vita, insomma, tutta di corsa. Ma una vita fatta soprattutto di paneed anche di biscotti.
Come gli Ercolini, i biscotti che da Padola hanno raggiunto tutto il Cadore ed oltre, fino a Cortina ed anche più in là. «Sì, sono nati per mio padre», aveva raccontato «che stava poco bene e mi chiese di preparargli qualcosa di nutriente e di leggero allo stesso tempo. Preparai dei biscotti semplici, che da allora portano il mio nome».
Ercole viveva a Padola dal 1950, dall’età di 14 anni. Da quando il padre Natale De Martin Fabbro, classe 1902, era tornato qui nel suo paese natale, da Milano dove faceva l’elettricista. Lui aveva studiato a Milano, avviamento al lavoro, (in pratica l’Iti di oggi), ma non voleva restare in città e quando suo padre gli chiese delle sue intenzioni, disse che lo avrebbe seguito. E tornarono al paese per fare il pane, perché a Padola, dove vivevano un migliaio di abitanti, forni non ce n’erano e quindi valeva la pena tentare, anche se suo padre il pane non lo aveva mai fatto, né in famiglia c’era mai stato qualcuno impegnato in questo lavoro. Ed il pane e lo sport sono stati la sua vita.
I congiunti lo hanno ricordato con un pensiero di S. Agostino. «Ercole caro, ci piace pensare che coloro che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo».
I funerali avranno luogo oggi alle 16 nella chiesa di Padola. —
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