È morto a 16 anni su una slitta «fai da te»
Davide Lafuenti non ce l'ha fatta: dalla famiglia via libera all'espianto degli organi

I due peri contro i quali si è schiantato Davide Lafuenti
LENTIAI.
C'è un'aria pesante a Pian de Coltura. Poco importa se il cielo della Valbelluna è finalmente sereno e il sole illumina le vette innevate. Quella che doveva essere una breve vacanza in montagna, si è trasformata in un incubo per i ragazzi della parrocchia di Spinea. Il loro compagno, Davide Lafuenti, non ce l'ha fatta, nonostante i tentativi dei medici. L'incidente sullo slittino di martedì pomeriggio è stato fatale. Troppo grave il trauma cranico riportato sbattendo la testa contro un albero. Mentre i genitori hanno autorizzato il prelievo degli organi, i compagni si sono radunati più volte in preghiera. L'ultima, ieri alle 16, con una cerimonia sofferta e intima, a 24 ore esatte dalla disgrazia. Intanto, la Procura di Belluno ha aperto un fascicolo, ma per il momento non ci sono indagati. Fondamentale sarà il video girato da uno dei ragazzi con il telefonino, che ha filmato le fasi veloci e concitate dell'incidente: è al vaglio degli inquirenti. Lo slittino utilizzato per la discesa altro non era se non un bancale di legno montato artigianalmente su tre sci, munito di due freni posti ai lati. Era stato costruito da alcuni ragazzi a Spinea e trasportato poi a Lentiai. Sulla strada che collega la struttura della parrocchia alla collina della tragedia le tracce sulla poca neve rimasta raccontano di un mezzo pesante, all'apparenza solido e "sicuro". E così lo descrivono anche i carabinieri che hanno provveduto al suo sequestro. Quale che sia l'esito delle indagini, una cosa è certa: la sfortuna ha avuto un ruolo determinante. La collina dello schianto è un falso piano, privo di insidie particolari: 150 metri di pendenza senza ostacoli, fatta eccezione per due esili peri a margine del tracciato. E' qui che la slitta ha terminato la sua corsa. Mentre Davide ha sbattuto la testa contro l'albero, il suo compagno - caduto nella stessa direzione - è riuscito a evitare l'impatto e uscirne indenne. Sono da poco passate le quattro, quando ci si rende conto della gravità di quanto è appena successo: il sedicenne è in condizioni disperate. I ragazzi si impauriscono e chiamano i soccorsi. Quasi subito, parte un'auto con alcuni ragazzi e un accompagnatore alla ricerca di aiuto. Nella frazione di Colderù c'è il vigile di Lentiai, Massimo Dalla Vecchia, che si precipita con il suo 4x4. Arrivato nelle vicinanze della collina, l'agente attiva il faro fluorescente: «Mi sono messo in contatto con la centrale operativa. Serviva qualcuno che indicasse il luogo. A quell'ora era già buio e l'elicottero avrebbe avuto qualche problema a trovarci», racconta. Sul posto, arrivano i soccorritori, mentre i carabinieri di Mel sentono i testimoni dell'incidente. E' qui che viene acquisito il filmato registrato pochi minuti prima da un compagno: quello che doveva essere un ricordo di svago e divertimenti, è diventato la prova di una fine assurda. La notizia della morte è stata data ai quasi cinquanta ragazzi della colonia ieri dopo la colazione, prima ancora della dichiarazione di morte celebrale avvenuta alle 11: «Non è stato facile dirglielo», racconta don Enrico Prete, cappellano della parrocchia di Santa Bertilla. Don Enrico parla di una «reazione matura», come composto è stato il dolore dei genitori che tra martedì sera e ieri sono stati assistiti da don Mario Da Ros e poi da don Antonio Genovese. Con generosità hanno autorizzato il prelievo di organi. Intanto, la Procura ha aperto un fascicolo, anche se per il momento non c'è nessun indagato: Davide e i suoi amici non erano dei bambini, ma dei ragazzi che frequentavano le scuole superiori. Difficile prevedere particolari obblighi di custodia su preti e accompagnatori. E poi, c'è la collina, uno spazio aperto e poco pericoloso. Ieri pomeriggio la messa in ricordo del compagno, poi i ragazzi hanno lasciato con un giorno d'anticipo la colonia. «Siamo costernati», ammette don Enrico. «Sarà un dolore che ci porteremo dentro per sempre».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video