È morto d’infarto, non c’è giallo
PIEVE DI CADORE. Infarto. L’autopsia ha chiarito le cause della morte improvvisa di Carlo Chiesa, il 43enne di Lavarone deceduto nel sonno la settimana scorsa, all’hotel Giardino di Pieve di Cadore. L’anatomopatologo non ha ravvisato patologie e, che si sappia, non c’erano state avvisaglie. Niente che potesse far pensare a quello che è successo. La procura di Belluno ha riconsegnato il corpo alla famiglia del turista trentino per la celebrazione dei funerali.
Il turista aveva prenotato la propria camera su Internet, pochi giorni prima di raggiungere Pieve, domenica 10. Si era presentato alla reception insieme a un amico romano e con lui era uscito per un giro in paese, rientrando la sera. La mattina dopo l’amico si è presentato intorno alle 9 al piano terra, per fare colazione. Non vedendo arrivare Chiesa, ha chiesto sue notizie e il personale gli ha risposto di non averlo visto uscire dalla sua stanza al secondo piano. Inutile ogni successivo tentativo di farsi aprire la porta, che era chiusa a chiave dall’interno. Nessuna risposta neanche al cellulare. È stata informata la contitolare della struttura alberghiera, che è riuscita a entrare con un passepartout. Una volta dentro, l’amico ha prima provato a chiamare Chiesa, poi ha cercato di svegliarlo. Nessun segno di vita e allora si è capito il dramma: ed è partita la telefonata al Suem 118.
Il personale medico del vicino ospedale non ha potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso del turista trentino. Intervenuti anche i carabinieri della stazione di Pieve di Cadore che, dopo aver rinvenuto nella camera d’albergo alcune medicine, si sono messi in contatto con il medico del deceduto, non escludendo in un primo momento anche un tragico gesto. Ipotesi subito scartata: il medico che aveva in cura l’uomo ha confermato la prescrizione dei medicinali, chiarendo come anche una loro eccessiva assunzione non comporti particolari pericoli per la salute. Era un infarto.
Gigi Sosso
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