È morto l'ex sindaco Elio Daurù: «Una persona leale e lungimirante»
È stato sindaco di Rocca Pietore e presidente della provincia. Esponente di spicco della Dc, «Ha fatto crescere il territorio»
ROCCA PIETORE. Una persona cordiale, generosa e gioviale, un amministratore capace, leale e che sapeva delegare. L’Agordino e la provincia di Belluno si sono svegliati ieri mattina con la notizia della morte di Elio Daurù, 84 anni, avvenuta all’ospedale di Agordo dove era ricoverato da un mese. Lascia la moglie Jole Ongaro e il figlio Ugo.
Daurù era stato sindaco di Rocca Pietore dal 1970 al 1975 e poi consigliere comunale per cinque legislature. Quindi, quindici anni in Provincia: prima come assessore dal 1975 al 1980, poi dal 1980-85 anche come vicepresidente, infine dal 1985-90 come presidente. Dal 1990 al 1999 fu alla guida della Cm agordina. Sempre fedele alla Dc, ma mai settario. Per 35 anni fu insegnante alla media di Caprile.
Dopo la fine della lunga esperienza politica, aveva deciso di ritirarsi a vita privata nella sua casa di Saviner di Rocca. I tanti amici e colleghi che hanno avuto modo di conoscerlo nei vari consessi amministrativi, però, non lo avevano dimenticato e le rimpatriate in cui ricordare i tempi andati e le avventure passate, non mancavano.
«Un paio d’anni fa», ricorda Nino Deon, sindaco di Rivamonte, dal 1995 al 1999 presidente della Comunità montana Val Belluna nello stesso tempo in cui Daurù presiedeva quella agordina, «ci siamo ritrovati e abbiamo ricordato i vecchi tempi quando avevamo anche ipotizzato un patto territoriale tra Agordino e Val Belluna che purtroppo non andò in porto».
Anche i più giovani avevano saputo cogliere in lui le qualità che gli avevano permesso di coordinare il lavoro amministrativo a vari livelli.
«Ho avuto modo di conoscere Daurù anni fa a una cena all’alberghiero di Falcade», dice Michele Costa, presidente dell’Unione montana agordina, «rimasi colpito dallo spessore anche culturale della persona. Parlammo di scuola e di amministrazione, mi raccontò aneddoti della sua lunga esperienza. Capivo di avere a che fare con una persona che aveva vissuto anni importanti della storia locale. I risultati che abbiano oggi sono il frutto del lavoro delle persone che ci sono state prima. Oggi ne abbiamo persa una importante».
«Dopo Massimo De Vallier», dice il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, «quest’anno viene a mancare un altro ex sindaco. Di Elio ho un bel ricordo anche come insegnante e prezioso consigliere, con la moglie Jole, relativamente ai libri che ho pubblicato. Con Dino Riva ha dettato l’amministrazione del nostro Comune, della Provincia e della Comunità montana. Perdiamo una figura di valore».
Una figura che sapeva andare oltre gli steccati ideologici e geografici che hanno invece indebolito oltremodo il Bellunese negli ultimi trent’anni e che era dotato di lungimiranza. «Dobbiamo a Daurù e al suo assessore Baratto – ha detto ieri Maurizio Busatta – quello che ancor oggi rimane l’unico volume ragionato sull’identità di questo territorio: “Viaggio intorno a una provincia” : tre edizioni, la prima a marzo 1989. Ricordo la sua emozione a sfogliarlo. Fu quella la prima Provincia in Italia ad interrogarsi sulla sua storia, sulla sua identità e sulla visione del futuro. Tutto ciò prima ancora di De Rita e del Censis».
I funerali si svolgeranno giovedì alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Rocca Pietore, mercoledì alle 17 il rosario
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