È morto Renato Balsamo l’artista che amava Cortina

Fondò il museo “Mario Rimoldi” e diresse l’Istituto d’Arte fino al 1982 era originario di Sorrento ma trovò sulle Dolomiti la sua seconda casa ideale

CORTINA. Si è spento ieri Renato Balsamo. Dopo due anni di lotta, la malattia ha avuto il sopravvento. Balsamo era un grande artista, al quale Cortina d'Ampezzo deve la realizzazione del museo d'arte moderna “Mario Rimoldi”. È mancato a Sorrento, paese d'origine dei suoi genitori, dove tornava spesso. I funerali si terranno oggi alle 11 nella cattedrale di Sorrento. Balsamo era un grandissimo e stimato pittore e un incisore. Ha reso Cortina per anni capitale dell'arte e della cultura.

Balsamo nasce a Napoli nel 1937 da genitori sorrentini. Inizia gli studi artistici nel 1953 presso l’Istituto Statale d’Arte di Sorrento e già dal 1954 partecipa a mostre nazionali e internazionali. Trasferitosi a Torino nel 1957, continua qui i suoi studi e si iscrive all’Accademia di Belle Arti, per poi passare all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove si diploma nel 1961. Soggiorna per un periodo intenso di ricerca e di studio in Spagna; qui visita la Calcografia Nazionale di Madrid, dove tocca con mano le lastre di rame del Goya, lo studio di Antoni Tàpies, una grande personale di Picasso e ammira l’architettura del Gaudì. Nel novembre dello stesso anno si trasferisce a Cortina ed inizia l’attività di docente presso il locale Istituto Statale d’Arte. Incontra e diventa amico del famoso collezionista d’arte del Novecento, Mario Rimoldi, a lui già noto dagli anni di Torino. Rimoldi gli mette a disposizione un atelier e gli acquista delle opere; nel 1962 lo presenta alla Galleria Santo Stefano di Venezia. Nel 1963 Giuseppe Marchiori lo presenta per una personale al Circolo Artistico di Cortina, allora importante centro culturale che annovera tra i soci Rodolfo Pallucchini, Rosita Mecenati e Pietro Cavellini, presenti all’inaugurazione a sottolineare l’interesse per il giovane artista.

Nel 1964, con Mario Rimoldi, visita lo studio di Giorgio de Chirico a Roma. L’incontro si rivela molto importante per il giovane pittore, che riceve dal maestro la sua famosa “ricetta” (in realtà, di Böcklin) della tempera all’uovo. Nel 1970 Balsamo assume la direzione dell’Istituto statale d’Arte di Cortina d’Ampezzo, che mantiene fino al 1982. Sotto la sua guida la scuola ha creato giovani talenti.

A Salieto, dove abitava, aveva il suo studio. Nella stessa casa Rachele Padovan, musa della cucina ampezzana, ospitava a pranzo e cena gli intellettuali e gli uomini della cultura di tutta Italia. Di Balsamo, dei sui dipinti, delle sue opere si sono occupati i più importanti critici d'arte.

«I suoi inconfondibili ulivi, le sue costiere, le sue nature morte sono più vere del vero, ambiscono, anzi, a sostituirsi ad esso». Così commentava le sue opere Vittorio Sgarbi. I quadri di Balsamo hanno sempre avuto un tratto lieve, come lieve era la sua presenza. Sempre disponibile al dialogo, all'ascolto; regalava consigli preziosi a chi gliene chiedeva. Un artista vecchio stampo, famoso, ma non affamato di prestigio. Un uomo sincero, leale, attaccato alla sua famiglia, ai luoghi del suo cuore che erano Cortina d'Ampezzo e Sorrento.

Balsamo lascia la mogie Mina e le figlie Jara e Maia al cui dolore si stringe la comunità ampezzana.

Alessandra Segafreddo

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