È nato “Macic” «Fermiamo i barconi aiutando l’Africa»

Il movimento fondato dal camerunense Thierry Atangana  ha un obiettivo: bloccare l’immigrazione clandestina

BELLUNO. La lotta contro l’immigrazione clandestina passa anche dalle soluzioni proposte da chi ha provato sulla propria pelle cosa significa essere un immigrato; da chi sogna che i giovani provenienti dalla Africa possano trovare nel loro Paese una possibilità di vita dignitosa.

È uno degli scopi che si propone il “Movimento africano contro l’immigrazione clandestina” (Macic, in sigla) fondato a novembre dal 41enne camerunense Therry Atangana, residente da anni a Belluno e dipendente di un’azienda del Longaronesse. Il movimento, costituito da diverse associazioni africane unite, propone all’Unione europea e all’Italia in particolare soluzioni concrete alla lotta contro l’immigrazione clandestina. Il movimento, tra le tante cose, si occupa anche di promuovere il ritorno volontario assistito di cittadini africani verso i loro paesi d’origine.

A capo del Macic, oltre ad Atangana, c’è il vice presidente Zaidi Allal della Unione immigrati della Uil. «Ho già parlato con i referenti del sociale del Comune di Belluno e della Provincia», spiega il fondatore, «presentando loro il nostro progetto, che si prefigge due obiettivi. Da un lato, vogliamo dare competenze agli africani che sono qui ma vogliono tornare nel loro Paese, attraverso accordi con i centri per l’impiego per la realizzazione dei tirocini; dall’altro vogliamo supportare dei progetti imprenditoriali direttamente nei Paesi di provenienza degli immigrati. Si tratta di sostenere soprattutto l’agricoltura, visto che in Africa, se un terreno non è coltivato, viene tolto dal governo al suo proprietario e dato alle multinazionali».

Atangana ha già preso contatti con le associazioni bellunesi come Insieme si può e il Comitato di intesa per avere un supporto e anche con l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), che si occupa da decenni non solo di rimpatriare gli immigrati, ma anche di sostenere lo sviluppo economico dei loro Paesi.

Il Macic ad oggi sta realizzando un progetto «per poter partecipare ai bandi nazionali che ci sono su queste tematiche», precisa il fondatore. «A supporto di queste idee, circa un anno fa in Italia è stato creato, e presentato dall’allora ministro degli Esteri il decreto “Fondo per l’Africa” che fa parte di alcune misure necessarie per fermare le partenze e stroncare il traffico di esseri umani. È un passo fatto dal governo italiano per il raggiungimento degli obiettivi di stabilità e sicurezza in Italia e in Europa. Ma a sostegno di tutto ciò, giocano un ruolo importante le associazioni che fanno da tramite con i diretti interessati. E il nostro movimento è una di queste».

Il Macic intende presentare a istituzioni, fondazioni e a chi vuole contribuire alla lotta contro l’immigrazione clandestina, un progetto basato sullo sviluppo appunto dell’agricoltura in Africa, «l’unica soluzione per fermare l’esodo della popolazione rurale, il primo passo sbagliato compiuto dai ragazzi africani, che lasciano i loro pesi per recarsi nelle città più popolate, dove vengono invogliati a trasferirsi in Europa», conclude Atangana.

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