È rinato l’organo Micheli Le sue note risuoneranno nella chiesa arcipretale

SANTA GIUSTINA. Sabato alle 20,30 saranno benedetti dal vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni i lavori di rifacimento e ampliamento dell’organo Micheli, collocato nel presbiterio della chiesa arcipretale di Santa Giustina.
«Lo strumento era stato donato una quindicina di anni fa alla comunità da Antonio Mezzomo, riutilizzando le parti dismesse in seguito al restauro dell’organo Callido-Scuro e aggiungendovene di nuove», spiega Emilio Dalle Mule, presidente della associazione Pro Auditorium di Santa Giustina. L’organo doveva infatti essere destinato all’auditorium che Santa Giustina aspetta da decenni e di cui l’ingegner Mezzomo aveva finanziato il progetto definitivo.
Era frattanto stato montato nella chiesa arcipretale, nella speranza che a breve potesse essere trasferito nel tanto desiderato auditorium. «Due anni fa», riprende Dalle Mule, «visto il protrarsi dei tempi per la realizzazione della sala e soprattutto visto che il progetto non ne prevedeva l’inserimento, l’associazione Pro Auditorium, assieme alla famiglia Mezzomo, ha deciso di incaricare l’organista ed organaro feltrino Deniel Perer che, con l’aiuto di uno degli organisti della parrocchia, Andrea Alpagotti, ha rielaborato e potenziato lo strumento».
«Il lavoro», spiega Deniel Perer che, dal 2014, nella sua piccola bottega di Feltre, si occupa della conservazione, costruzione e restauro di organi e altri strumenti da tasto, «è stato eseguito utilizzando esperienze, tecniche e materiali tradizionali e, soprattutto, conferendo una personalità e un carattere più marcati allo strumento, così da farlo risuonare al meglio nel grande ambiente della chiesa arcipretale e permetterne l’utilizzo per concerti e attività pedagogiche, oltre all’accompagnamento delle funzioni religiose».
Il risultato, dicono i promotori, rispecchia tutta la passione, la competenza e le tantissime giornate dedicate al lavoro (circa due anni) in loco e nel laboratorio di Tomo di Feltre, confezionando un organo a due tastiere e pedaliera indipendente improntato sugli strumenti franco-alsaziani della celebre famiglia Silbermann di Strasburgo, che rappresentano un naturale compromesso tra lo stile tedesco con quello francese.
«La possibilità di poter suonare un ampio spettro di repertori, soprattutto la musica di Bach, è la richiesta», sottolinea Perer, «di tutti gli organisti; inoltre i timbri francesi (trombe e cornetti) permettono di ampliarne la scelta. Il brillante ripieno all’italiana completa la tavolozza sonora dell’organo nel solco della tradizione organaria mediterranea. L’intervento, complesso e articolato, ha previsto il rifacimento di molte parti vitali dello strumento e la costruzione ex-novo del somiere della seconda tastiera. Il risultato è uno strumento unico nel suo genere in tutta la Provincia».
«L’auspicio», conclude Emilio Dalle Mule, «è quello di continuare la tradizione organistica di Santa Giustina, che ora vanta la presenza di ben sette organisti, fondando un corso ad hoc, dove gli allievi potranno esercitarsi oltre che organizzare concerti con i più rinomati musicisti internazionali». —
Stefano Vietina
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