È tornato il “Brusa la vecia” in centinaia alla festa di Gron
SOSPIROLO. Fioccano gli applausi per il “Brusa la vecia” di giovedì sera a Gron. Il posto era lo stesso di 17 anni fa, ma dal 1999 il rito era stato abbandonato e, con esso, si era perso anche il gusto della tradizione. La cerimonia è ritornata negli anni in diverse frazioni, ma quella di Gron era per sospirolesi non un evento di grande portata, vuoi per le credibili fattezze della vecchia, vuoi per il testamento spietato.
Un ritorno con centinaia di spettatori: ci hanno creduto i giovani della “New Generation”, cioè i figli dei più anziani volontari ideatori dell’iniziativa, aiutati dai “Gos da Gron”. Una “vecia Liseta” in linea con i tempi moderni: posati falce e rastrello, lasciato da parte il mestolo della polenta, l’anziana signora si è accomodata in poltrona con un tablet («Whats App, tasc-scrign, son rivada ala fin»).
E il testamento? C’è stato spazio per la politica nazionale con il premier Renzi assimilato a Berlusconi, la critica al precariato degli insegnanti e alla legge Fornero. Poi i fatti locali: per l’amministrazione si fa ironia sul cambio auto del primo cittadino («al sindaco De Bon al se à comprà an novo màchinon»), tra le autorità citati il “nonzol” nuovo («Piero Buseti con bel soriso al se ciaparà al paradiso») e il parroco alle prese col tetto della parrocchiale scoperchiato dal vento («don Alfredo prega sennò ancora schei al vent ne frega»). Tirata d’orecchi al Parco per la situazione in Pian Falcina con riferimento all’incuria delle strutture.
Federico Brancaleone
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