È una bambina la prima nata del 2016
BELLUNO. È un maschietto l’ultimo nato del 2015 nell’Usl 1, mentre è una bambina la prima ad aver salutato il nuovo anno ieri mattina.
Sono due i neonati che sono venuti alla luce tra il giorno di San Silvestro e il capodanno.
L’ultimo nato dell’anno scorso è stato il piccolo Alessandro Rosario Prisco. È uno splendido bambino di 3,360 chilogrammi. Il bimbo è venuto al mondo il 31 dicembre alle 18.47. Orgogliosi i suoi genitori: il papà Massimiliano, classe 1979 e la mamma Asha Vienna di 31 anni. I coniugi, da due giorni neo genitori, risiedono a Limana.
Se Alessandro è stato l’ultimo a nascere all’ospedale San Martino, la prima a salutare il nuovo anno è stata la piccola Sabrina Bonifacio. Con un peso di 2,770 chilogrammi, la bimba ha lanciato i suoi primi vagiti nel mondo alle 4.31 del primo gennaio 2016.
Al settimo cielo i suoi genitori che risiedono a Selva di Cadore: il papà Giuseppe, classe 1980 e la giovanissima mamma Federica di 24 anni. La coppia era arrivato all’ospedale di Belluno nella mattinata del 31 dicembre per le prime avvisaglie del parto. E poi alle prime luci della nuova alba la nascita di Sabrina. Il modo più bello per la giovane coppia di festeggiare il nuovo anno.
Malgrado queste ultime due nascite, sono diminuiti nell’Usl 1 i bambini venuti al mondo nel 2015. A tirare le somme è il direttore medico Raffaele Zanella che parla di 669 nascite nell’anno appena trascorso. «Per quanto riguarda Pieve di Cadore registriamo un aumento di parti: si è passati, infatti, dai 100 del 2014 ai 126 del 2015, di cui 60 sono bambine. Un aumento che, a mio parere, potrebbe essere dettato anche dalla chiusura del punto nascita di San Candido», spiega Zanella.
In leggera diminuzione, invece, i parti all’ospedale San Martino. «L’anno scorso sono nati 543 bimbi (60 in meno rispetto al 2014), di cui 266 femmine e 276 maschi». La flessione può essere ricercata, non certo nella scelta di altri ospedali per partorire, ma dalla diminuzione delle nascite, dettate dalla crisi economica, dalla difficoltà a mantenere, magari con uno stipendio soltanto, una famiglia. Insomma, la crisi non molla il freno in provincia di Belluno. E le giovani coppie preferiscono avere maggiori sicurezze anche economiche prima di mettere al mondo le indifese creaturine.
Paola Dall’Anese
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