Ecco i quattro ministri veneti per il Governo Draghi

ROMA. Quattro ministri veneti nel nuovo governo Draghi: l'alto funzionario bellunese Daniele Franco all'Economia, D'Inca conferma i rapporti con il Parlamento, il veneziano Renato Brunetta (Forza Italia) alla pubblica amministrazione, la vicentina di Trissino Erika Stefani (ex ministro agli Affari regionali con Salvini premier) alle disabilità.
Il presidente incaricato Mario Draghi è arrivato al Quirinale da Sergio Mattarella alle 19 e un minuto per sciogliere la riserva, con la lista dei ministri. Il momento della svolta, dopo giorni di lavoro nel massimo riserbo, in stretto contatto con il presidente della Repubblica, mentre i partiti sono stati a lungo tenuti in disparte.
Dopo 40 minuti il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, ha annunciato che il premier incaricato ha sciolto la riserva e tra poco annuncerà la lista dei ministri. I ministri sono in tutto 23, di cui 15 politici e 8 tecnici. Le riconferme negli stessi ministeri sono 7. In più Patuanelli resta ministro ma passa dallo Sviluppo economico all'Agricoltura e Fabiana Dadona passa dalla Pubblica amministrazione alle Politiche giovanili. Otto, in tutto, le donne. Sabato, a mezzogiorno, il giuramento.
La responsabilità delle autonomie va a Mariastella Gelmini, Forza Italia.
Ecco tutti i nomi letti dal premier e sotto la lista completa
Federico D'Incà ai Rapporti con il Parlamento
Vittorio Colao all'Innovazione tecnologica
Renato Brunetta Pubblica amministrazione
Maria Stella Gelmini agli Affari regionali
Mara Carfagna al Sud
Elena Bonetti alle Pari opportunità
Erika Stefani alle Disabilità
Fabiana Dadone alle Politiche giovanili
Massimo Graravaglia al Turismo
Luigi Di Maio agli Esteri
Luciana Lamorgese agli Interni
Marta Cartabia alla Giustizia
Daniele Franco all'Economia
Giancarlo Giorgetti sivluppo economico
Stefano Patuanelli all'Agricoltura
Roberto Cingolani alla Transizione ecologica
Enrico Giovannini alle Infrastrutture
Andrea Orlando al Lavoro
Patrizio Bianchi all'Istuzione
Dario Franceschini alla Cultura
Roberto Speranza alla Salute
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LA SCHEDA
La squadra del governo guidato da Mario Draghi è composta da 23 ministri. 15 sono i dicasteri guidati da esponenti politici, scelti tra le forze dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo (Pd, M5s, Leu, Iv, Forza Italia, Lega), 8 sono invece i ’tecnicì. Le donne sono 8, 15 gli uomini. Il ’pesò dei partiti è distribuito tra le forze politiche in maniera proporzionale ai numeri in Parlamento.
LE QUOTE DEI PARTITI: 4 ministri a M5s, 3 a Pd, 3 a Lega e 3 a Forza Italia; 1 a testa a Leu e Iv.
OTTO DONNE: Marta Cartabia (Giustizia); Luciana Lamorgese (Interno); Mariastella Gelmini (Autonomie); Mara Carfagna (Sud e coesione); Fabiana Dadone (Politiche giovanili); Elena Bonetti (pari opportunità); Erika Stefani (Disabilità); Cristina Messa (Università).
NOVE CONFERME: Luciana Lamorgese al ministero dell’Interno; Luigi Di Maio al ministero degli Esteri; Fedrico D’Incà al ministero per i rapporti con il Parlamento; Elena Bonetti al ministero per le Pari opportunità; Roberto Speranza al ministero della Salute; Stefano Patuanelli che dallo Sviluppo economico si trasferisce all’Agricoltura; Dario Franceschini al ministero della Cultura; Fabiana Dadone che dalla Pubblica amministrazione passa al ministero delle Politiche giovanili; Lorenzo Guerini al ministero della Difesa.
PIÙ POLITICI CHE TECNICI: sono in tutto 15 i ministri ’politicì (Franceschini, Orlando, Guerini; Bonetti; Di Maio, Patuanelli, D’Incà, Dadone; Speranza; Stefani, Giorgetti, Garavaglia; Gelmini, Brunetta, Carfagna). Sono 8 i tecnici, che vanno alla guida dei ministeri della Giustizia (Cartabia), Interno (Lamorgese), Innovazione tecnologica (Colao), Economia (Franco), Transizione ecologica (Cingolani), Trasporti (Giovannini), Istruzione (Bianchi), Università (Messa).
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Alle Regioni (e all'autonomi) Maria Stella Gelmini, fedelissima di Berlusconi

Fedelissima di Berlusconi fin dalla discesa in campo del Cav, Maria Stella Gelmini torna al governo 10 anni dopo l'ultima esperienza, quella da ministro dell'Istruzione, e va a sedersi in un ministero senza portafoglio che in questo anno di emergenza dovuta alla pandemia ha avuto un ruolo fondamentale nel raccordo tra lo Stato e le Regioni: quello degli Affari regionali e autonomie.
«Draghi può farcela se non rifà un Conte bis - ha detto ad Open qualche giorno fa - Forza Italia con Pd e M5s solo per emergenza, non saremo alleati». Nata a Leno, in provincia di Brescia, il 1 luglio del 1973, liceo classico in una scuola di preti, la capogruppo di Forza Italia alla Camera si è laureata in giurisprudenza specializzandosi in diritto amministrativo.
E subito dopo ha bruciato le tappe della politica: presidente del club azzurro di Desenzano dal '94; nel 1998 prima degli eletti alle amministrative ricoprendo, fino al 2002, la carica di Presidente del consiglio del comune di Desenzano; dal 2002 assessore al territorio della provincia di Brescia; nell'aprile 2005 entra nel consiglio regionale della Lombardia; il mese dopo Berlusconi decide di nominarla coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia, carica che ha ricoperto fino a quando nel maggio del 2008 a 35 anni è diventata ministro, il più giovane responsabile dell'Istruzione che ci sia stato in Italia.
Tra il 2008 e il 2010 firma la riforma della scuola, quella che introduce tra l'altro il maestro unico alle elementari e due nuovi licei, scienze umane e musicale e coreutico.
Nella sua bio su Twitter, però, prima della carriera politica viene la sua storia personale. «Avvocato e mamma di Emma. Capogruppo Fi alla Camera, consigliere comunale a Milano». L'ultimo tweet è di ieri: «È la giornata delle donne nella scienza, istituita dall'Onu per superare stereotipi e pregiudizi che rendono le carriere femminili un percorso ad ostacoli. Non sprechiamo l'occasione del Recovery Plan per potenziare materie Stem e risolvere disparità di genere».
Sul suo blog personale, invece, l'ultimo messaggio riguarda uno dei temi più importanti che il governo dovrà affrontare, la pandemia e i vaccini. «Sul piano vaccini non c'è tempo da perdere - scrive - Potenziare la campagna vaccinale in questo momento è la priorità, gli italiani hanno diritto ad informazioni chiare. Su questo Forza Italia sarà determinata». Ora è al governo con chi quella campagna finora l'ha gestita, Roberto Speranza, confermato ministro della Salute.
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LE DICHIARAZIONI
«Ringrazio il Presidente incaricato Mario Draghi per avermi chiamato a far parte della nuova squadra di
Governo. Esserci in questo momento rappresenta ancora una volta un grande onore e una grande responsabilità nei confronti del Paese. Servirò ancora una volta con disciplina e onore le istituzioni, mettendo sempre al centro del mio lavoro i principi sanciti dalla nostra Costituzione repubblicana». Lo scrive sui social Federico D'Incà, confermato ministro per i rapporti con il Parlamento.
«Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi per la fiducia accordatami. Ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi, cui mi legano stima, riconoscenza e affetto. Da domani si torna al lavoro a Palazzo Vidoni, al servizio del mio Paese». Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, nominato ministro del Pubblica amministrazione del governo Draghi. brunetta aveva ricoperto lo stesso ruolo 13 anni fa con Berlusconi premier.
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LE REAZIONI

«Un Presidente della Repubblica verso il quale abbiamo stima infinita ha scelto una persona eccezionale come Draghi per guidare un Governo che è chiamato a prendersi delle responsabilità che faranno la storia vera di questo paese, nel bene o nel male. Siamo felici che una persona come lui abbia sciolto la riserva con esito positivo e che, finalmente, abbia popolato il Governo con delle figure tecniche di primissimo piano, persone competenti e con eccellenti curriculum che ne certificano la qualità. Noi cittadini e parti sociali dobbiamo continuare ad impegnarci a fare la nostra parte per il bene del Paese». È il commento del Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi in merito all’annuncio di questa sera del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi.
“Che ci siano quattro ministri veneti nel Governo è una buona notizia, ma certamente non la lego a rivendicazioni di autonomia”. Roberto Toìgo, segretario generale di Uil Veneto, commenta così la nascita del nuovo governo. “Noto piuttosto che nei posti cruciali - quelli legati alla transizione digitale e a quella ambientale, fino all’Economia, il presidente Draghi abbia scelto dei tecnici. Conferma la mia impressione di un commissariamento della classe politica che compone questa legislatura. Il futuro del Veneto e dell’Italia passano da una riscrittura intelligente del Recovery Plan e dall’utilizzo delle risorse per creare sviluppo, lavoro e non caricare sulle spalle delle prossime generazioni un debito insopportabile. Misureremo il governo sulle sue mosse, pronti a collaborare, per quello che ci compete, puntando sulla coesione sociale”.
«Bene il ministero del Turismo che finalmente riconosce il ruolo strategico del nostro settore per l’economia del Paese. Il nuovo esecutivo fa un salto in avanti per le politiche del comparto e con l’istituzione di un Ministero dedicato conferma l’importanza economica della nostra attività». Lo dichiara in una nota Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
«Il ministro Massimo Garavaglia - prosegue Colaiacovo - ha davanti a sè una sfida complessa che non possiamo permetterci di perdere. Mai come oggi il settore alberghiero necessita di una strategia organica e di una visione di medio/lungo periodo per tornare a crescere e competere sul mercato globale del turismo. Il 2020 è stato un anno spaventoso e abbiamo ancora davanti molti mesi complicati. La crisi ha moltiplicato le esigenze delle aziende e per questo confidiamo in una accelerazione degli interventi attraverso misure robuste indispensabili alla salvaguardia e alla rinascita del comparto».
«La lista dei ministri del Governo Draghi dice due cose: questo non è un governo tecnico, ma fortemente politico, e non può certo essere definito »dei migliori«. Non si è voluto dar voce agli italiani per favorire questo grande inciucio; Fratelli d’Italia resterà fieramente all’opposizione, pronta a proporre e sostenere iniziative serie e valide per la nazione»: il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, il bellunese Luca De Carlo commenta così la formazione del nuovo governo a guida Mario Draghi.
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