«Eccomi qui nei miei dieci metri quadrati»
Nella missiva sconforto e un barlume di speranza: «Non devo lasciarmi andare, non è per sempre»
FELTRE. Parole libere, oltre le sbarre. Pensieri di una giovane donna, che non si spiega come mai si trovi ancora in prigione. In Italia, sarebbe già stata scarcerata, in attesa del processo, vero anche che il problema dell’ordine pubblico è particolarmente sentito, a maggior ragione dopo gli attentati di matrice islamica dei mesi scorsi.
Stralci della lettera inviata agli amici di Feltre da Maria Rocco, anche a nome di Fabio Vettorel, con il quale condivide l’incredulità: i manifestanti tedeschi sono stati tutti liberati e, da quello che si sa, in carcere ci rimangono italiani e greci: «Eccomi di nuovo qui, nei miei dieci metri quadrati con le sbarre, legata all’arbitrarietà di una persona pagata per mandare la gente qui dentro. Non so come si faccia ad avere così tanta fiducia nella giustizia. Qui la parola giustizia c’è soltanto sulle uniformi delle persone più ingiuste al mondo, quelle che hanno scelto come scopo della propria vita quello di chiudere a chiave le porte. Come veniamo mandati qui per caso, così per caso ne usciamo. Solo perché qualcuno decide di avere giocato abbastanza con le nostre vite e con una montagna di umiliazioni addosso, che non te la levi più. Diecimila euro ha pagato una mia amica per essere libera e quanto ci metti per pagare un debito così? Per l’unica colpa di non avere la cittadinanza tedesca. E le mie due settimane di vita, chi me le darà indietro? Tengo stretta la mia verità e so che non devo lasciarmi andare. So che non è per sempre».
Mentre i giorni passano tanto lenti quanto inesorabili, Paolo Serrangeli, titolare dello studio legale feltrino nel quale Rocco collabora, si sta dando da fare in ogni direzione, confidando nel lavoro dei colleghi Antonio Prade e Domenico Carponi Schittar, due esperti anche di diritto internazionale: «Sto per rivolgermi pure allo sciamano della valle Gianni Bonesso, affinché metta in moto quelle che sono le sue conoscenze, anche a livello di radiofonia. Abbiamo bisogno che passi il messaggio per cui due cittadini italiani stanno scontando una carcerazione preventiva illegittima, quando invece dovrebbero essere in Italia ad aspettare un regolare processo da celebrare, naturalmente in Germania, al momento opportuno. Nessuno vuole certo scappare o sottrarsi a quelle che sono le proprie responsabilità: si tratta semplicemente di una questione di giustizia, di fronte alla quale non possiamo tirarci indietro».
(g.s.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video