Opere Pnrr, il grido d’allarme dell’edilizia a Belluno: «Rischiamo di perdere cento milioni»
De Cian (presidente Ance): «Cantieri da consegnare entro il 2026, dobbiamo muoverci per non perdere i finanziamenti»
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Tre rischi all’orizzonte del mondo delle costruzioni e dell’edilizia in provincia di Belluno. Che i cantieri Pnrr non vengano in parte conclusi entro il 2026, se non ci sarà una proroga della scadenza.
Che le varianti e altre opere previste per le Olimpiadi restino un “sogno nel cassetto” se i lavori non partiranno entro un anno. E che, terminate le opere in corso, seppur dopo i Giochi, per il settore delle Costruzioni ritorni la crisi.
L’allarme ce lo ha puntualmente spiegato Paolo De Cian, presidente dell’Ance, l’Associazione dei costruttori, a margine di un convegno della Cassa Edile sul welfare nell’ambito di “Costruire” a Longarone Fiere.
In provincia di Belluno sono stati finanziati 719 diversi progetti per un totale di 259 milioni di euro di risorse complessive.
Ricordiamo che ogni progetto al suo interno può avere più azioni, motivo per cui nella cartina che segue il totale è superiore al numero univoco di 719.
La città con più finanziamenti è Belluno con 102, seguita da Feltre (52) e Borgo Valbelluna (33).
La Provincia ha in carico soprattutto le scuole (40 milioni) ed è avanti con i lavori. Pnrr. «Il problema dei cantieri Pnrr? È che i fondi sono stati utilizzati minimamente, al 40% in ambito nazionale», precisa De Cian, «sicuramente di più in provincia, ma non nella misura da poter concludere le opere entro il 2026.
E quindi rischiamo di avere dei finanziamenti che andranno a perdersi. Il prossimo anno, infatti, le opere dovranno essere consegnate, per cui le risorse non spese dovremmo restituirle».
Nel Bellunese circa un centinaio di milioni; va detto che, per esempio, la Provincia è avanti con il programma delle scuole. Come rimediare? «Bisogna trovare un escamotage per trasferire questi fondi in una seconda parte temporale, in maniera tale da riuscire ad avere delle fonti finanziarie per andare avanti nel nostro settore, perché rischiamo fra due anni, nel momento in cui finisce il Pnrr, di trovarci senza lavoro. O con lavori ridotti al minimo. Se non individuiamo la soluzione per reinvestire i fondi Pnrr, rischiamo di bloccare l’intero indotto dell’edilizia. È una situazione molto preoccupante per il nostro settore».
Grandi Infrastrutture
«Per quanto riguarda le varianti di Tai e di Valle di Cadore i cantieri sono in linea col cronoprogramma, dunque dovrebbero finire per i Giochi. Qualche rallentamento si è registrato a San Vito di Cadore, però si sta accelerando», puntualizza De Cian. «La preoccupazione riguarda le opere non ancora iniziate. L’importante è che i cantieri partano prima dell’evento olimpico, in modo che non possano essere interrotti».
Il presidente Ance tifa per i “tempi rapidi” della variante di Longarone. Non nasconde la sua preoccupazione per la circonvallazione di Cortina: «Non è neppure finanziata», rileva.
Quella di Longarone deve ancora partire; per quanto bravi siamo, sono 400 milioni. Se uno fa 400 milioni diviso 365, dovrebbe fare 1 milione di lavori al giorno.
«L’importante è che queste opere siano finanziate e partano; nel momento in cui sono partite, magari non arriveranno pronte per le Olimpiadi, però saranno pronte tra 5 anni ma daranno un notevole contributo nel post-Olimpiadi che porterà tantissime persone».
Superbonus
Il presidente Ance non si illude affatto di un qualche recupero del Superbonus. «Dobbiamo scordarcelo», ammette. «Si era discusso di misure in chiave di bonus mirati alle famiglie, in funzione del reddito, per sistemare la casa. Ma, secondo me i bonus a livello nazionale sono veramente bloccati».
Case da rigenerare
Il piano di rigenerazione urbana lanciato da Confindustria nazionale riguarda marginalmente un’area come quella della montagna. «Noi in Provincia avevamo istituito dei fondi in rapporto con una Banca che con finanziamenti a lungo termine, con bassi tassi d’interesse.
L’azienda che andava ad investire poteva così darsi una copertura attraverso gli affitti. Ma l’idea va ancora perfezionata. Il tema, fra l'altro, è quello di una casa che sia accessibile per il ceto medio che ha più difficoltà a livello finanziario. Un problema che si pone anche qui nel Bellunese" conclude il presidente Ance.
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