Edilizia in frenata: il lungo inverno ha fatto slittare l’inizio dei cantieri
BELLUNO
È un quadro fatto di luci e ombre quello del settore bellunese delle costruzioni. La ripresa dell’occupazione registrata nel 2017 non ha trovato riscontro nel primo semestre di quest’anno, l’ambito residenziale fatica a decollare e il mercato dei lavori pubblici, per uscire dall’empasse, necessita di forti investimenti. Confindustria Belluno Dolomiti ha condotto un’analisi partendo dai dati del rapporto congiunturale 2018 di Banca d’Italia e Agenzia delle entrate (elaborazioni Ance), del sistema statico regionale, della cassa edile di Belluno e di Infoplus, società di servizi nel settore degli appalti pubblici.
«L’incipit di questo 2018 non è esaltante, così come i numeri del settore, che da un decennio affronta la peggiore crisi della sua storia», sottolinea Antonio Olivotto, presidente della Sezione costruttori edili di Confindustria Belluno Dolomiti. «Ciò nonostante, le potenzialità in gioco sono molte, legate al turismo, a un’economia industriale con punte di eccellenza, a un contesto idrogeologico che necessiterebbe di ingenti investimenti a tutela del territorio e della sicurezza di strade e immobili pubblici e privati».
Anche se l’economia lancia segnali di ripresa, a frenare un effettivo recupero è l’andamento demografico, in provincia stagnante, e un sistema di appalti pubblici che non favorisce le piccole e medie imprese locali. L’edilizia, negli ultimi dieci anni, ha perso più del 50% dei posti di lavoro. Le statistiche della Cassa edile mostrano che il periodo da ottobre 2016 a settembre 2017, se confrontato con l’analogo lasso di tempo tra 2015 e 2016, ha segnato una sostanziale tenuta dell’occupazione - la riprese è inferiore all’1% - in controtendenza rispetto all’andamento degli otto anni precedenti, in cui le maestranze occupate sono state costantemente in discesa. Quello registrato nel 2017 è un segnale positivo, dunque, ma non ha trovato conferma nei primi mesi di quest’anno, complice anche un inverno particolarmente lungo, che ha costretto le imprese a rinviare al mese di aprile inoltrato, per i cantieri in quota, la riassunzione, solitamente programmata nella seconda metà di marzo, dei lavoratori licenziati e messi in disoccupazione. Slittato nel tempo anche il reinserimento dei lavoratori collocati in cassa integrazione. Sebbene le ore di mancata produttività legate a cassa e ferie si siano ridotte del 6%, in generale vi è stato un calo del 4% delle ore lavorate. Un decremento legato alla permanenza in disoccupazione dei lavoratori licenziati a fine 2017. Contestualmente, proprio a causa dell’inverno più critico, le maestranze sono scese del 6,7%. «Il bilancio del settore non è quindi stimolante», commenta Olivotto. «Ci sono dei segnali positivi che faticano tuttavia a concretizzarsi in tutta la provincia».
A livello regionale gli investimenti in manutenzione straordinaria sono arrivati a rappresentare, nel 2017, il 39% degli investimenti in costruzioni. Un’incidenza che negli anni pre crisi era pari al 25,2%. Anche a livello locale costituiscono l’elemento trainante.
La compravendita di abitazioni ha visto in provincia un 2017 sullo stesso livello dell’anno precedente (+0,1%). Ma l’incremento è sostenuto solo nel comune capoluogo (+7,9% rispetto al 2016), mentre negli altri comuni della provincia c’è stata una flessione dell’1,4%. In calo lo scorso anno anche l’erogazione di mutui: -11% rispetto al 2016. Se si considerano gli ultimi sette anni, il decremento complessivo sale al 23%. Il mercato non residenziale esprime valori più positivi con un aumento del 5,6% rispetto al 2016 e un andamento in controtendenza rispetto al valore regionale, che si attesta a -2,3%. —
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