Elementari, una mannaia in arrivo
In provincia salteranno 47 docenti. I sindacati: «Insostenibile questo taglio»
BELLUNO. Un'altra mannaia si sta per abbattere sulla scuola bellunese. E questa volta nessuno sa ancora come potrà essere sostenuto l'impatto dalle realtà scolastiche già messe a dura prova da due anni di razionalizzazioni che hanno ridotto all'osso il personale. I dati provvisori, infatti, resi noti dall'Ufficio scolastico regionale parlano di 47 posti in meno nella scuola primaria, cioè le elementari, pari ad un 6.20% in meno rispetto all'anno in corso. La percentuale più alta di tutto il Veneto (vedi tabella). I 47 posti tagliati significano 6 classi in meno per il prossimo anno. A rischio sono i plessi più piccoli che devono fare i conti non soltanto con un numero sempre più ridotto di alunni, ma anche con un numero insufficiente di insegnanti. I sindacati lanciano l'allarme. L'analisi dello Snals. «La situazione è sempre più pesante», dice Milena De Carlo, segretaria dello Snals bellunese, «dobbiamo fare i conti da un lato con un calo del numero degli alunni passati da 8.748 a 8.553. Inoltre paghiamo anche la scelta di non aver incrementato il tempo pieno che ci avrebbe permesso di avere almeno due maestre per classe. Il problema ulteriore», aggiunge De Carlo, «è che quest'anno tutti i docenti specialisti, come quelli di inglese, sono rientrati nel posto comune, togliendo la possibilità di avere almeno due insegnanti per classe». Per De Carlo, si assisterà probabilmente ad un aumento delle pluriclassi o alla chiusura dei plessi più piccoli. «Non so nemmeno come faranno i dirigenti scolastici a salvare le loro classi. Servirà un accordo coi sindaci». L'analisi della Cisl. «Questi tagli sono a dir poco insostenibili per la nostra provincia che ha già toccato il fondo», precisa Lorella Benvegnù che passa a snocciolare i numeri di questa mannaia su Belluno. «Consideriamo che nel 2009 sono state tagliate 53 maestre, l'anno scorso 45 e il prossimo 47, per un totale di 145 docenti. A questo si aggiunge che negli stessi anni abbiamo perduto quasi 40 classi. Non volge certo a nostro favore il calo di bambini alle elementari, registrato in questi anni. E a rimetterci saranno i piccoli comuni. Stento, quindi a raffigurarmi come faranno i dirigenti a venire fuori da questa situazione. Eppure si è sempre parlato che per la montagna si avrebbero avute delle attenzioni particolari». Ma c'è un altro problema. «Le richieste di tempo pieno e di tempo prolungato praticamente non potranno essere evase. Il Ministero, se da un lato dice alle scuole di chiedere alle famiglie che tipo di tempo scuola vogliono, dall'altro non garantisce il tempo pieno, mentre rischiano di saltare anche le 30 ore, perchè a livello ministeriale stanno garantendo soltanto il tempo a 27 ore. Quindi, laddove le famiglie hanno richiesto le 30 ore, per i dirigenti diventerà davvero difficile garantirle». Tagli che stanno affondando, secondo Benvegnù la qualità dell'istruzione primaria. «Così hanno portato allo smantellamento delle attività in più che venivano offerte dalle scuole, alla scomparsa del recupero, potenziamento e integrazione per gruppi di livello, e hanno creto problemi per le supplenze. Prima, infatti, l'assenza di un docente veniva coperta con la compresenza, ora i bambini saranno divisi tra le altre classi».
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