Elettrificazione dei treni: «I soldi sono stati bloccati»

L’allarme preoccupato di De Menech. Sono in corso i lavori tra Belluno e Ponte a giugno partiranno quelli tra Montebelluna e Feltre. Nulla si sa per il 2020
Belluno, 27 agosto 2006. Treno regionale in sosta a Belluno. Il convoglio è composto dal locomotore D445 1085 e da cinque carrozze per medie distanze a vestiboli centrali (MDVC).
Belluno, 27 agosto 2006. Treno regionale in sosta a Belluno. Il convoglio è composto dal locomotore D445 1085 e da cinque carrozze per medie distanze a vestiboli centrali (MDVC).



A rischio l’elettrificazione della ferrovia bellunese. «Siamo preoccupati per il fatto che il governo ha congelato i soldi che la legislatura precedente aveva stanziato», dice il deputato democratico, Roger De Menech. «Per l’elettrificazione dell’anello basso della ferrovia, quella che va da Montebelluna a Conegliano, il governo Renzi aveva stanziato 130 milioni di euro».

De Menech ricorda che i lavori in parte sono già partiti e parzialmente eseguiti, soprattutto nella tratta da Conegliano a Ponte nelle Alpi, «ma la prosecuzione potrebbe essere a rischio. C’è troppa incertezza con questo governo», sottolinea ancora il deputato del Pd. «Da Roma non si dà il via libera a Rfi, la società deputata a gestire questi interventi, a continuare l’opera».

Per De Menech sono troppi i dubbi sul futuro delle infrastrutture. «Dobbiamo stare attenti e scongiurare il fatto che le risorse stanziate per le infrastrutture diventino il bacino da cui attingere in caso di bisogno per pareggiare i conti dello Stato», dice il deputato molto preoccupato.

Lo stato dei lavori

Ad oggi, in provincia di Belluno, sono stati già avviati i lavori sulla tratta Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi e Ponte nelle Alpi-Belluno. «Quest’ultimo intervento in vista dell’elettrificazione», precisa Tiziano Baggio, direttore della divisione Passeggeri di Trenitalia Veneto, «si concluderà a giugno, con la fine della scuola. Per contro nello stesso mese partiranno i lavori sulla tratta tra Montebelluna e Feltre, che rimarrà chiusa quindi fino a settembre. La corsa del treno sarà sostituita con quella della corriera. Inoltre, a settembre partiranno i lavori anche sulla Ponte nelle Alpi-Conegliano che rimarrà chiusa almeno fino alla fine del 2019».

A dire la verità, come conferma lo stesso Baggio, l’opera sulla linea Conegliano-Vittorio Veneto è in fase più avanzata rispetto a quella nel Bellunese. «Questo perché tra Ponte e Belluno si è dovuti intervenire per la messa in sicurezza dei pendii franosi, cosa non da poco».

Ma resta l’incognita su cosa succederà nel 2020, anno in cui dovrebbero vedere il via le opere per la conclusione dell’elettrificazione, cioè il grosso dell’intervento. Ad oggi, infatti, Trenitalia non ha ancora in mano il cronoprogramma per il prossimo anno. E l’allarme che lancia appunto De Menech è che si eseguano degli interventi destinati a rimanere incompiuti a lungo.

L’allarme del Partito democratico

«Questo governo sta mettendo sotto naftalina molte delle risorse che erano state stanziate da chi lo ha preceduto», puntualizza con viva preoccupazione Roger De Menech. «Tra i soldi congelati non ci sono soltanto quelli per l’elettrificazione della ferrovia bellunese, ma anche quelli di tantissime altre opere pubbliche molto importanti. C’è anche il problema relativo alle risorse che dovrebbero essere concesse ai comuni che si fondono, come qualche tempo fa aveva spiegato lo stesso Stefano Cesa, ex sindaco di Mel. Insomma, non si capisce dove questo governo voglia andare e su cosa voglia puntare, e questo non fa che creare incertezza in chi deve operare. Per questo intendiamo lanciare un appello a chi ci governa a Roma perché non tocchi quei soldi, ma anzi che li utilizzi per eseguire quanto previsto. Non ultimare l’elettrificazione nella nostra provincia significherebbe impedire il suo sviluppo». —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi