Elettrificazione ferroviaria, De Berti «Lo Stato c’è o no?»

L’assessore regionale se la prende con il vice ministro «Per noi tutto pronto nel 2021, Roma faccia la sua parte»
gian paolo perona- perona- belluno- arriva il nuovo treno swing
gian paolo perona- perona- belluno- arriva il nuovo treno swing

BELLUNO. «Per il 2020 sarà pronta l'elettrificazione della Conegliano - Vittorio Veneto e della Montebelluna-Castelfranco». Parola di Elisa De Berti, assessore alla mobilità del Veneto, dopo un diverso cronoprogramma annunciato dal vice ministro Riccardo Nencini a Vittorio Veneto. «Ma la richiesta della Regione è che nel 2017 il Governo stanzi la somma rimanente per completare l'elettrificazione dell’anello da Vittorio Veneto a tutto il Bellunese - insiste De Berti -. Il tutto fattibile entro il 2021, anno dei mondiali a Cortina. La Regione c'è, il Governo sì o no? Nencini ha capito male o sa già che Roma non farà la sua parte?».

Durissima la presa di posizione della Regione. Nell'incontro pubblico di Vittorio Veneto Nencini si è limitato a leggere un appunto inoltratogli da Rfi. Vi si legge che per quanto riguarda la tratta da elettrificare tra Conegliano e Vittorio Veneto, è stato completato lo studio di fattibilità..

«La prima fase della Conegliano - Vittorio Veneto - si legge nella nota resa pubblica da Nencini - prevede un investimento di 10 milioni. È prevista l'operatività delle risorse nei primi mesi del 2017 e la possibile attivazione entro dicembre 2020».

La questione in gioco è di una delicatezza estrema. Per questa vicenda rischia, infatti, di saltare il contratto di servizio tra la Regione e le Ferrovie. «Voglio sperare che le dichiarazioni del vice ministro Nencini siano state innescate da una non corretta interpretazione delle note informative in suo possesso, o a una non completa informazione - afferma infatti l'assessore De Berti. - In caso contrario tutto rimarrà come nel passato: nessuna modifica del contratto di servizio con Trenitalia, nessun ripristino dei treni diretti da Belluno a Padova e Venezia, nessun acquisto di materiale rotabile per migliorare il servizio, la Regione dovrà mantenere il contratto in essere, i treni che verranno ordinati saranno diesel e si darà davvero addio all'elettrificazione. È questo che vogliono? Attendo risposte, perché la Regione sull'elettrificazione ha già fatto tutta la sua parte, il Governo no. E questo è un progetto nel quale se uno solo dei protagonisti non rispetta gli accordi, salta tutto».

De Berti ricorda che ormai sono mesi di lavoro quotidiano per creare tutte le condizioni a supporto dell'elettrificazione di tutto il bellunese. «Già in aprile - puntualizza l'assessore - nel corso di un incontro con l'AD di Ferrovie dello Stato Mazzoncini, presenti il parlamentare De Menech e il vice presidente della Provincia Padrin, è stato chiaramente detto che l'elettrificazione del cosiddetto anello basso è fattibile senza problemi a fronte di un miglioramento del contratto di servizio con Trenitalia che ne giustifichi l'investimento. «Detto e fatto - fa notare la De Berti - ci siamo subito attivati per trasformare il contratto in essere (sei anni più tre) in dieci anni più cinque. In questo caso, l'elettrificazione del Bellunese migliorerebbe notevolmente il servizio e incrementerebbe l'offerta commerciale, oltre che riportare i treni diretti sulla Belluno-Venezia e sulla Belluno-Padova. Se non si elettrifica non si fa il nuovo contratto dieci più cinque con Trenitalia, questo è certo. Decidano loro se mantenere gli impegni o fare marcia indietro. La Regione aspetta una risposta, perché tutto ciò di sua competenza l'ha fatto».

È stata anche aggiornata con Rfi la versione originaria dell'Accordo Quadro, inserendo come necessaria proprio l'elettrificazione del Bellunese, a fronte di un contratto dieci più cinque, che comporta un notevole investimento in materiale rotabile elettrico da parte della Regione.

Francesco Dal Mas

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