Elettrodotto, Comune e Regione uniti per il ricorso
BELLUNO. Primo passo: fermare il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti con un ricorso. Secondo: proporre a Terna alternative per risolvere le criticità esistenti e sistemare la rete elettrica. Il Comune di Belluno impugnerà al Tar il decreto di compatibilità ambientale dell’opera emesso dal ministero dell’Ambiente e da ieri ha un alleato in più: la Regione. Entrambi gli enti chiedono la riprogettazione dell’intervento di razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale nella media Valle del Piave «per limitare al massimo i danni sul territorio», ha detto Massaro al termine di un incontro convocato in municipio e che era stato sollecitato dai Comitati civici della Valbelluna nella riunione di due settimane fa a Cirvoi.
In sala giunta c’erano Massaro, i parlamentari Bond, Saviane, Badole e De Menech (D’Incà e De Carlo avevano altri impegni), il presidente della Provincia Roberto Padrin, il vicesindaco di Limana Edi Fontana e l’assessore Alex Segat, l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e il consigliere Franco Gidoni, rappresentanti dei Comitati civici. Tutti d’accordo su un punto: il progetto così com’è presenta troppe criticità. Va rifatto.
Parola d’ordine: riprogettazione. «Siamo tutti concordi nel rilevare le preoccupanti interferenze a livello paesaggistico e di sicurezza per l’aeroporto, per le attività di protezione civile», ha spiegato Massaro. «Non siamo contro gli elettrodotti e siamo tutti consapevoli che ci sono criticità da risolvere, ma l’intervento deve essere razionale e compatibile con le esigenze del territorio». La linea Polpet-Scorzè, in particolare, preoccupa per gli ostacoli al volo vicino al cono di volo dell’aeroporto: «Lo renderanno inutilizzabile per i mezzi di protezione civile, come i Canadair».
Preoccupato anche l’assessore regionale Bottacin: «Per noi è fondamentale poter fare atterrare i Canadair all’aeroporto di Belluno, in caso di incendio boschivo questa è una base logistica strategica e troppo importante. Inoltre posizionare nuovi ostacoli al volo, in ottica di soccorso in montagna, ci preoccupa». La Regione, con la delibera 1820/2016, aveva messo nero su bianco sia la necessità di riprogettare che quella di interrare le linee elettriche nelle aree di pregio, «ma queste prescrizioni non sono state tenute in considerazione», ha aggiunto Bottacin. La Regione dunque appoggerà il ricorso del Comune di Belluno: le due avvocature si sono già messe in contatto. «Vogliamo bloccare la procedura e l’avvio dei lavori», ha chiuso Massaro: «Non è un “no” all’elettrodotto, ma la richiesta di una riprogettazione per limitare al massimo i danni sul territorio».
Un tavolo in Provincia. La Provincia, ha assicurato il presidente Roberto Padrin, «si impegna a coordinare un gruppo di lavoro che si interfacci con Terna per gli interventi da fare sull’intero nostro territorio». Un tavolo cui parteciperanno anche dei tecnici, «perché non ci devono più essere interventi a pezzi sui singoli Comuni», ha aggiunto Padrin. Bottacin ha sollecitato a rendere operativo il tavolo in fretta. Roger De Menech ha chiesto di allargarlo a più comuni «per non gettare il bambino e l’acqua sporca». Secondo De Menech il progetto ha delle parti positive, che non vanno trascurate.
Limana non molla, Comitati pronti al ricorso. Il vicesindaco di Limana, Edi Fontana, con l’assessore Alex Segat, ha rimarcato i timori per i possibili sviluppi futuri del progetto: «Temiamo il potenziamento della rete attuale, che a Limana passa sopra molte case e le scuole», ha detto. «E siamo certi che Terna non farà un simile investimento per fermarsi a Belluno. Si devono usare tecnologie all’avanguardia, come viene fatto in altri territori dove le linee vengono interrate». Un’ipotesi, sollecitata da Dario Bond e dai Comitati civici, è di interrare le linee lungo l’autostrada.
Proposta già avanzata dai Comitati civici. «È un momento storico fare squadra su un tema così importante», ha evidenziato Gianni Pastella. «Questo progetto è inaccettabile, come dice il ministero dei Beni culturali, e che la linea sia a 220 kV o a 380 è ininfluente: non c’è alternativa alla riprogettazione».
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