Elettrodotto con linea aerea ad Andreane, il sindaco di Belluno: «Siamo pronti al ricorso»

Il sindaco Massaro è infuriato: «Ci opporremo per fermare un’opera assurda». Padrin (Longarone) e De Zanet (Limana) perplessi. Soddisfazione a Ponte

BELLUNO. Tralicci e cavi aerei a ridosso delle case di Andreane, dell’aeroporto, sopra le placide acque del Piave. Il Comune di Belluno, e non solo, dicono no. Seccamente. E lo spettro del ricorso, che potrebbe inchiodare la realizzazione dell’intervento di Terna, si fa vicino. Lo annunciano i Comitati civici della Valbelluna, lo promette Paolo Gamba, lo lascia intendere il sindaco uscente Jacopo Massaro.

Sono tutti convinti che la soluzione migliore, per il passaggio dell’elettrodotto nel territorio del Comune capoluogo, sia di interrarlo. Insomma, sarà battaglia contro il progetto, che venerdì mattina ha ottenuto il via libera dalla commissione Via nazionale. Accolte tutte le prescrizioni, meno una: quella di interrare la linea elettrica ad Andreane.

Terna, sì della Commissione Via al piano

«Non si passa sul fiume Piave», sbotta Jacopo Massaro, che boccia senza appello la scelta di non interrare i cavi. «Sono state accolte gran parte delle osservazioni avanzate da Comuni e cittadini, è significativo che sia stata abbandonata l’ipotesi del passaggio a mezza costa sul Nevegal e che si sia deciso di agganciarsi alla rete esistente a Sagrogna, come da noi richiesto, ma è una vergogna che si pensi ancora di attraversare il Piave con un elettrodotto in linea aerea. Non possiamo parlare di tutela dell’ambiente, di paesaggio e di problemi idrogeologici e poi piazzare piloni da 40 metri nel greto di un fiume. Ci opporremo con tutte le forze a questa possibilità; se l’interramento è una proposta “tecnicamente irricevibile”, come dice l’architetto Mainardi, allora si abbandoni la realizzazione dell’elettrodotto».

«Non daremo tregua a nessuno e faremo di tutto per fermare questa opera assurda», conclude Massaro. «Terna ripensi completamente l’elettrodotto, utilizzando le nuove tecnologie per fare opere al passo coi tempi. Se non intende farlo, perlomeno utilizzi infrastrutture a 220 kV, abbassando ancora i piloni, portandoli a 18 metri e interrando la linea ad Andreane».

La battaglia di Massaro trova una sponda in alcuni colleghi. «Quello dell’interramento ad Andreane era sicuramente un punto nero da risolvere», afferma il sindaco di Longarone Roberto Padrin. Soddisfatto per la stazione di Gardona, ma lasciare che una linea aerea scavalchi il Piave non lo convince per niente: «È un problema. Anche la Regione aveva messo come prescrizione di interrare i cavi ad Andreane. Bisognerà parlarne fra noi sindaci, sono a disposizione per aiutare i colleghi. Mi auguro che la questione dei tralicci vicino al Piave e all’aeroporto si possa rivedere».

Annuncia la sua disponibilità a continuare la battaglia per un progetto migliore anche il sindaco di Limana: «Dicono che Limana adesso non è coinvolta? Non siamo così sciocchi da pensare che questo intervento si fermerà a Sagrogna», dice Milena De Zanet. «Limana sarà coinvolta in futuro, e allora bisogna pensare subito a soluzioni migliorative. Sicuramente non ci arrenderemo: noi continuiamo a pensare che il progetto debba essere rifatto del tutto». Sulla questione del mancato interramento ad Andreane, infine, la De Zanet è preoccupata per il futuro dell’aeroporto: «Viene utilizzato anche per scopi di emergenza, di protezione civile. Non possiamo correre il rischio che non possa essere più usato».

Anche il Comune di Ponte nelle Alpi aveva sostenuto, nelle sue osservazioni, la necessità di interrare i cavi ad Andreane. Ma l’approvazione del progetto da parte della Via nazionale non può che soddisfare l’assessore Ezio Orzes. «Questo progetto di Terna parte da un problema importante, che esiste: un elettrodotto che attraversa il centro di Ponte nelle Alpi, che passa sopra la testa di oltre 500 famiglie, la scuola, il palasport. È un problema che deve essere affrontato e risolto», spiega. «Siamo molto dispiaciuti che non sia stata accolta la prescrizione dell’interramento ad Andreane, l’intervento dovrebbe accogliere tutte le esigenze, compatibilmente con la necessità di farlo».

Un eventuale ricorso, però, potrebbe rallentare ancora l’iter. C’è preoccupazione? «È prematuro fare valutazioni sugli effetti di qualcosa che non conosciamo», conclude Orzes. «Sono soddisfatto perché sono state accolte le esigenze primarie di tutela della salute dei cittadini di Ponte nelle Alpi e parte delle nostre osservazioni e integrazioni. L’impatto ambientale è ridotto. L’unico nodo rimane Andreane».

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