Elettrodotto: «Dobbiamo annullare questo accordo»
BELLUNO. Anche i comitati del Trevigiano sperano che l'elettrodotto Terna non oltrepassi il Piave arrivando a Levego.
Lo hanno ribadito mercoledì sera durante una riunione informale con i comitati di Levego e Cirvoi, che si è svolta al De Gusto.
A un passo da dove verrebbero piantati i tralicci dell'alta tensione.
«La soluzione è annullare il protocollo d'intesa firmato nel 2009», spiega Roberto Tomasella, residente a Levego e membro del comitato sorto poco più di un anno fa per scongiurare il passaggio della linea elettrica per la frazione bellunese. «Anche in pianura Terna punta a costruire nuovi elettrodotti, spostando linee o razionalizzando quelle esistenti», continua. «Per forza, l'obiettivo della società è sempre stato quello di collegare l'Austria all'Italia. Ci aveva provato con la Cordignano–Lienz, ma è stata fermata nel 2003. Adesso va avanti per piccoli pezzi, elaborando progetti che sembrano non essere connessi l'uno all'altro. Ma non è così».
Non l'avevano capito neanche nel Trevigiano, quando i Comuni firmarono i contratti che adesso li vincolano. Gli amministratori, però, spinti dai comitati hanno fatto marcia indietro, hanno disconosciuto quei protocolli d'intesa e stanno cercando di trovare un modo per annullarli.
È quello che punta a fare anche Tomasella a Belluno. Il principio è semplice: se ci provano a Volpago del Montello, perché non provarci anche a Belluno? «Il sindaco continua a dire che un contratto non si può annullare, ma ciò non impedisce di provarci», sostiene Tommasella. Che non vuole vedere l'elettrodotto Terna, con i tralicci armati a 380 kV, partire da Polpet, arrivare ad Andreane, scavalcare il Piave e fermarsi alle porte di Levego, dove si innesterebbe sulla linea esistente (quella che va verso Limana, Trichiana e da qui scollina nel Trevigiano).
«Dobbiamo fare in modo di fermare Terna prima che metta in atto il suo progetto», continua Tomasella. «A Scorzè sono molto preoccupati, perché il Comune e quelli vicini stanno lavorando a delibere che spingeranno Terna a raggiungere la pianura sfruttando il corridoio autostradale dell'A27. Ma quello che riusciranno a ottenere con la loro azione dipenderà molto da quello che succederà a Belluno».
Fra l'altro, prosegue il rappresentante del comitato di Levego, «la stessa Terna all'inizio degli anni Duemila aveva individuato come percorso alternativo quello che corre lungo l'autostrada. Perché adesso dovremo consentirle di arrivare a Levego?».
«Non dobbiamo considerare solo le problematiche legate alla salute», conclude Tommasella. «Le case e i terreni vicini all'elettrodotto perderanno valore. Chi comprerebbe mai una casa a 200 metri dai tralicci, anche se gli studi sui campi elettromagnetici dicono che oltrepassata la fascia di rispetto non ci sono più emissioni? Nessuno».
La paura resta sempre più forte della scienza.
Alessia Forzin
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