Elettrodotto, solo Ponte sostiene il progetto

Gli altri sindaci chiedono di rivedere l’intervento e plaudono alla Regione Massaro e De Zanet: «Insieme possiamo trovare una soluzione condivisa»
Di Alessia Forzin
POLEMICHE E CONTESTAZIONI A PONTE DELLE ALPI SUGLI ELETRODOTTI
POLEMICHE E CONTESTAZIONI A PONTE DELLE ALPI SUGLI ELETRODOTTI

BELLUNO. Il coro di chi chiede di rifare il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti è sempre più poderoso. Alla voce dei sindaci (alcuni), si è unita quella della giunta regionale, che lunedì ha approvato una delibera con la quale chiede di sospendere la procedura di Via e di istituire un tavolo di lavoro con i soggetti interessati al fine di rifare il progetto. Guardando al rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini.

Plaudono Belluno e Limana, è soddisfatto il sindaco di Longarone, anche il sindaco di Perarolo dice che se c'è la necessità di rifare il progetto «lo si faccia». Unica condizione: i tempi siano veloci. Perché il problema delle reti elettriche che passano sopra le case va risolto e su questo non ci piove. Ma, ribadiscono i detrattori del progetto, «senza creare criticità in altri territori». A questo punto a sostenere il progetto di Terna è rimasto Ponte nelle Alpi. Ieri non è stato possibile contattare il sindaco di Soverzene, che ha sempre avuto la stessa posizione di Ponte.

«Studiamo una soluzione insieme». Belluno e Limana chiedono da tempo che il progetto venga rivisto. «E' molto positiva la delibera della giunta regionale, perché riporta una posizione che noi sindaci sosteniamo da tempo (molti di noi per lo meno)», spiega il primo cittadino di Limana, Milena De Zanet. «Il progetto va fatto senza deturpare il territorio e salvaguardando la salute dei cittadini. Insieme si può studiare qualcosa di più efficace e efficiente, ma è necessario coinvolgere tutti i Comuni». La De Zanet auspica che «Terna colga questo aspetto e si decida di mettersi a un tavolo tutti insieme. E che dica esattamente cosa vuole fare nel nostro territorio provinciale. Dall'inizio alla fine».

«Credo che la delibera della giunta regionale sia doverosa, perché c'era un indirizzo preciso del consiglio regionale e mancava un provvedimento attuativo», aggiunge il sindaco di Belluno Jacopo Massaro. «Sarebbe stato preferibile arrivasse prima della pubblicazione dell'integrazione volontaria, ma va bene comunque. Noi come Comuni abbiamo fatto la nostra parte. Speriamo la Regione sia al nostro fianco nel continuare a chiedere con forza la riprogettazione».

Perarolo e Longarone: si rifaccia, ma in fretta. «Dal lontano 1993 stiamo lavorando per far spostare quattro elettrodotti che sono sopra la testa della gente», spiega il sindaco di Perarolo, Pierluigi Svaluto Ferro. «Se si deve rivedere il progetto lo si faccia, ma in tempi celeri, perché abbiamo necessità di risolvere il problema. E Terna ci faccia capire se si tratta di una semplice razionalizzazione di alcuni tratti o di un progetto più ampio. Ricordo che Perarolo ha già espresso in passato la sua contrarietà a elettrodotti a 380 kV».

A Longarone, invece, il sindaco vuole sia rivisto l'intervento previsto a Gardona e nel prossimo consiglio comunale porterà un ordine del giorno su questo argomento.

Ponte: disponibili a miglioramenti concreti. Resta fermo sulla sua posizione il sindaco Paolo Vendramini. «Siamo disponibili a valutare tutti i possibili miglioramenti, purché ci siano proposte concrete», dice. «C'è confusione tra ciò che è stato deciso dai consigli comunali e la realtà: il 380 non esiste, anche perché saremmo contrari a questa tensione». Ponte dunque attende che il progetto di razionalizzazione vada avanti. «Se ci saranno migliorie concrete saremo i primi ad accoglierle, ma l'interramento per Ponte è imprescindibile, come mi sembra dicano anche i comitati».

Preoccupati, però, per le rispercussioni del progetto nei territori vicini. Come loro, i sidaci, E, da lunedì, anche la Regione.

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