Elezioni a Feltre. Trento si presenta: «La persona al centro del mio programma»

Bond non risparmia critiche agli ex alleati della Lega: «Sbatterci la porta in faccia manda all’aria anche l’amicizia»

FELTRE. La persona prima di tutto. Ennio Trento si è presentato così, attorniato dai pezzi grossi del Pdl – il vice coordinatore provinciale Floriano Pra, il consigliere regionale Dario Bond e il capogruppo in consiglio comunale Aldo Pellencin – nella corsa per diventare il successore di Gianvittore Vaccari. L’alleanza tra Pdl e Udc più la lista civica “Tutti con Trento” sancisce una cordata che nelle intenzioni vuole raccogliere l’elettorato moderato, con ispirazione ai valori del Partito Popolare, senza più gli estremismi della Lega che si è chiamata fuori dall’alleanza senza alcun confronto con gli ormai ex alleati. Obiettivo numero uno di Trento, se vincerà la sfida delle urne, «fare ripartire la città, dare risposte concrete alla collettività e confrontarsi evitando il muro contro muro di questi cinque anni addebitato in buona parte all’atteggiamento intransigente di Vaccari.

L’uomo al centro di tutto. Ennio Trento sceglie una saletta dell’Hotel Casagrande per la sua prima uscita nella veste di candidato: «C’è una situazione economica che richiede un nuovo approccio. Le persone e le loro difficoltà devono e saranno al primo posto del mio impegno da sindaco», spiega, «i grandi progetti vanno bene, ma ci sono feltrini che in questo momento faticano a mettere in tavola un menù decente. Prima vengono le persone e la famiglia».

Cinque anni da pompiere. La cosa più difficile della legislatura che si va a concludere è stato mediare tra le tante, troppe spaccature della maggioranza: «Sono stati anni piuttosto duri. Feltre si è chiusa in se stessa. Questa immagine va smontata. Feltre non deve accentrare ma essere catalizzatore di buoni principi, dialogare con i comuni vicini e la Comunità montana feltrina. Il polo bibliotecario che ha preso forma è un ottimo esempio».

L’ingombrante Vaccari e l’ex alleata Lega. Trento non nomina mai il sindaco-senatore, mentre il consigliere regionale Dario Bond approfitta per lanciare qualche frecciata: «L’amicizia dovrebbe venire prima di tutto, anche della politica. Invece la scelta della Lega di sbatterci la porta in faccia dopo cinque anni di governo insieme senza nemmeno consultarci mi ha lasciato l’amaro in bocca. Così si buttano al vento anche rapporti umani e stima che si credevano cementati».

Quanto a Vaccari: «C’è bisogno di un sindaco che sappia ascoltare, non di un sindaco provocatore, sempre alla ricerca dello scontro con la minoranza. Questo clima di tensione ci ha fatto perdere un sacco di tempo. Ebbene, d’ora in avanti si cambia».

Puntiamo su di noi, mai contro qualcuno. Trento è chiaro sul cambio di stile: «Durante questa campagna elettorale non attaccheremo né Perenzin, né nessun altro candidato. Considero degli eroi tutti quelli che hanno decidere di mettere la faccia in questa contesa elettorale tenuto conto del contesto economico. Dovremo imparare a comunicare meglio quanto faremo e la comunicazione è un punto debole dell’attività di questi cinque anni che si vanno a chiudere perché in alcuni settori abbiamo fatto molto e i cittadini non lo sanno oppure conoscono solo parzialmente i risultati ottenuti».

Partecipazione e decisione. «Dovremo studiare metodi incisivi e veloci per raccogliere le opinioni della gente», aggiunge ancora Trento, «così come dovremo essere bravi a dare risposte rapide. Penso all’imprenditore che vuole investire in città e che vede una pratica, penso al Famila, che dura dieci anni per arrivare a buon fine. Con questo sistema non si va più da nessuna parte».

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