Eliporto, il Comune scioglie il contratto

L’hangar crollato non è stato ancora sistemato dai privati, l’ente locale rompe l’accordo con Esperia e si affida a un legale

CORTINA. Il Comune di Cortina, con una delibera, ha chiuso il contratto con l'Esperia per sistemare e gestire l'eliporto di Fiames.

L'ipotesi che venisse sciolto il contratto tra il Comune e la Esperia Aviaton Spa era già stata paventata nel settembre scorso. Ora la giunta comunale ha votato la delibera, su proposta del responsabile unico del procedimento, inoltrata il 25 febbraio scorso.

Dopo sei anni dallo studio di fattibilità, approvato il 16 aprile 2009, ora il Comune, come si legge nella delibera pubblicata all'albo, «adotterà urgentemente le misure necessarie alla messa in sicurezza dell’hangar crollato e tutti gli apprestamenti necessari a rendere decorosa l'area». Nel contempo verrà affidato un incarico ad un legale per la tutela degli interessi del Comune.

Il bando infatti non prevedeva una fideiussione a garanzia della ditta per le opere finite e quindi la ditta dovrebbe restituire l'area come l'ha trovata con l'hangar costruito. L'avvocato si dovrà occupare della causa civile che sarà aperta per recuperare le somme necessarie a rifare l'hangar crollato nel marzo dello scorso anno sotto il peso della neve. Il Comune potrà intanto procedere con le opere e poi verrà aperto un nuovo bando di concessione.

Nello scorso bando, aperto nel 2009, con un progetto di finanza, si presentò soltanto il raggruppamento temporaneo di imprese Esperia, Mst e Agusta. Il bando comprendeva la progettazione, la costruzione e la gestione dell'eliporto per un importo di circa un milione di euro. L'intervento di riqualificazione prevedeva poi la creazione di una piazzola di atterraggio illuminata in modo da consentire anche i voli notturni, cinque piazzole di sosta, un hangar di 1.000 metri quadri riscaldato, un blocco servizi da 100 metri quadri con funzione di accoglienza per passeggeri e personale, un parcheggio auto adiacente all'infrastruttura di volo e un impianto di rifornimento carburante. Il Comune non versava soldi per l'iniziativa, ma l'Esperia poteva gestire l'area per 30 anni.

Era il 2 luglio 2010 quando l'allora assessore ai Lavori pubblici Etienne Majoni e l'ingegner Lorenzo Piacentini, direttore dei lavori, firmarono l'accordo di intervento. L'opera doveva essere realizzata in pochi mesi. Da lì invece ci furono ancora una serie di atti burocratici. I lavori ripresero ad ottobre del 2011. Il 16 giugno 2013 fu dichiarata la conclusione delle opere di manutenzione.

Adesso mancavano in sostanza la ricezione definitiva, la sistemazione della strada di accesso e la realizzazione della cisterna di cherosene interrata. Il 6 marzo 2014 però crollò l'hangar, e il giorno seguente fu fatta l'ordinanza di messa in sicurezza. Da allora ci furono una serie di lettere tra gli uffici del Comune e la ditta, ma l'hangar non fu mai sistemato e ancora oggi giace accartocciato su sé stesso. Da qui la proposta di risoluzione del contratto presentata da Fraegnan e votata in giunta, nella quale si sottolinea che «l’entità del manto nevoso, e quindi il carico sulla copertura dell'hangar, che ha causato il crollo delle vecchie strutture, è da ritenersi a condizioni climatiche eccezionali, pertanto la società Esperia era obbligata ad eseguire lo sgombero della neve dal tetto, a prescindere dal costo, per garantire la corretta conduzione delle aree e opere affidate in concessione».

La delibera ricorda infine che «Esperia si è sempre rifiutata di produrre il piano delle manutenzioni e il progetto di ricostruzione dell'hangar»: da qui la decisione di sciogliere il contratto.

Alessandra Segafreddo

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