«Elisoccorso salato senza assicurazione»
PIEVE DI CADORE. «Essere soccorsi in montagna può costare molto caro e se la persona soccorsa non è assicurata, dovrà pagare una fattura salata, che se non sarà saldata in tempi brevi, l’Usl sarà costretta a recuperare coattivamente»: lo ha spiegato Adriano Rasi Caldogno, direttore generale dell’Usl 1, nell’incontro organizzato nella Magnifica Comunità, dalle sezioni del Cai di Pieve e di Calalzo, nell’ambito del programma “Sulle Dolomiti di Tiziano”.
Sono intervenuti anche Alberto Carboni per il Cai, Laura Menegus per Dolomiti Emergency, il padrone di casa, Renzo Bortolot, la guida alpina Lio De Nes e il cardiologo Mauro Fantinel. «Il servizio di elisoccorso costa all’Usl 3 milioni 200 mila euro, di cui 600 mila sono per interventi sanitari e altre 600 mila da addebitare al recupero di persone ferite in vari incidenti, tra i quali quelli in montagna. Oltre a queste spese ci sono quelle sostenute per interventi impropri, per soccorsi a persone illese che sono andate in montagna senza una preparazione fisica o attrezzatura adeguata. È ovvio che non sarebbe corretto far pagare alla struttura pubblica una spesa sostenuta per la loro impreparazione e, quindi queste spese sono fatturate sulla base delle disposizioni della Regione Veneto che ha stabilito anche le tariffe da applicare». Ai non veneti, l’elicottero costa 90 euro al minuto, con un addebito massimo di 7.500 euro, ai quali sono da sommare i costi delle squadre del Soccorso alpino, per ognuna delle quali il costo è di 200 euro a chiamata, con l’aggiunta di 50 euro all’ora, con un massimo di 1500 euro. Per i veneti c’è uno sconto del 20 per cento.
L’incontro è stato aperto da Bepi Casagrande, che ha presentato i dati raccolti dal Soccorso alpino, secondo i quali solo il 30% degli escursionisti italiani è assicurato, mentre il 70% non ha nessuna copertura assicurativa. Praticamente è il contrario per gli escursionisti esteri: solo il 30 per cento è sprovvisto di assicurazione.
«Eppure», ha spiegato Laura Menegus, «esiste Dolomiti Emergency che con il pagamento della quota di 22 euro, offre una copertura assicurativa globale fino al 90% su tutte le attività che pratica, valida sull’intero continente europeo». «Un discorso analogo, anche se l’assicurazione copre solo le attività connesse allo statuto, viene fatto dal Cai», ha spiegato Carboni della sezione di Calalzo. Un esempio su cosa succede all’estero è stato portato da Albanello, un socio Cai che ha fatto esperienza in Svizzera: «Se una persona non è in grado di pagare l’intervento di soccorso, non può lasciare la Confederazione, fino a quando il conto non viene pagato». (v.d.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi