Elisoccorso sicuro: da tagliare gli alberi attorno alla piazzola

L’Enac detta le regole per mantenere il servizio a Pieve fino alla fine dell’anno. Dal 2015 servirà un’altra base
Di Paola Dall’anese

PIEVE DI CADORE. Dovranno essere tagliate le cime degli alberi intorno alla base dell’elicottero del 118 e impedita la sosta delle auto negli spazi vicini. Poi si inizierà a pensare a un’area idonea per ospitare la nuova sede. Dopo l’ispezione di novembre, l’Enac ha dettato le regole per mantenere il servizio di elisoccorso a Pieve di Cadore fino a dicembre. Dal 2015, infatti, le norme cambieranno.

La notizia ha messo in agitazione le amministrazioni comunali cadorine, chiamate a verificare gli spazi ove collocare la nuova base aeronautica di soccorso, ma anche i dirigenti dell’Usl, che si sono presto resi conto come tutta l’operazione costerà oltre un milione di euro. Una somma importante in un momento di crisi.

Ma i problemi si affrontano uno alla volta. E così l’azienda si sta attivando per avviare le modifiche per l’anno in corso.

L’Enac. «L'Enac ci ha concesso l'autorizzazione al volo fino al 31 dicembre 2014, ma con prescrizioni. Fino al 31 dicembre di quest'anno, comunque, non cambierà la sede. Bene, comunque, che il sindaco abbia già individuato un professionista per trovare gli eventuali spazi in cui trasferire la base, così da rispondere alle caratteristiche imposte dalla nuova norma in materia», dice il dg Pietro Paolo Faronato.

Nel frattempo le prescrizioni obbligano a “cimare” gli alberi attorno e a liberare gli spazi attualmente occupati dal parcheggio. «Metteremo delle sbarre per interdire il passaggio quando l'elicottero decolla e atterra; per quanto riguarda gli alberi, che sorgono in un’area privata, abbiamo chiesto al Comune di intervenire perché siano tagliate», dice il direttore generale, che in riferimento alla ricerca della nuova area annuncia: «Ci confronteremo con le comunità locali».

Dalla Regione. In difesa dell’elisoccorso in Cadore si è mobilitato anche il vicepresidente del consiglio veneto Matteo Toscani. «Venerdì scorso sono stato dall’assessore Coletto a Verona; tra le altre cose ho chiesto la garanzia che la base resti a Pieve di Cadore e lui mi ha tranquillizzato». Toscani non nasconde che la ricerca dei nuovi spazi sarà difficile «perché servono delle caratteristiche particolari». Il vicepresidente tiene però a sottolineare come «sarà necessario anche garantire la copertura finanziaria dell’operazione; per questo motivo, chiederò che la Regione trovi un extra finanziamento, perché l’Usl non può sostenere la spesa».

La sede. Sulla sede molte sono le ipotesi, ma non è scontato che a Pieve di Cadore possano esserci gli spazi che rispondano alle caratteristiche imposte dall’Enac. «L’area dovrà essere più grande, servono un hangar, gli spazi per le scorte carburante, corridoi per il decollo senza ostacoli e uno spazio anche per l’equipaggio», sottolinea il primario del Suem, Giovanni Cipolotti, che segue la cosa con attenzione. «Abbiamo coinvolto Inaer, in quanto gestore della base, per individuare gli spazi consoni. Se poi si vuole abilitare la zona al volo notturno, si dovrà prevedere anche un vincolo edilizio, affinché sia proibito costruire nelle vicinanze della base. Di questa cosa ne avevo parlato già con la precedente amministrazione dell’Usl», conclude Cipolotti.

La base aerea nel Cadore. Che la base resti in Cadore lo chiedono a gran voce gli amministratori. «Dobbiamo pensare che più del 60% degli interventi dell’elicottero avvengono in Cadore: non ci faremo scippare questo servizio», dichiara il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti, che anticipa l’imminente convocazione di un’assemblea dei sindaci della vallata. «È imprescindibile che il servizio resti nel Cadore: non importa che sia Pieve, Calalzo, o Perarolo, qui deve restare», sottolinea il primo cittadino di Calalzo, Luca De Carlo. Gli fa eco Toscani: «Mi metterò di traverso se qualcuno vorrà approfittare della situazione per spostare la base a Belluno», promette. Ma il dg Faronato tranquillizza: «A noi andava benissimo la sede a Pieve di Cadore; questo spostamento non è altro che un problema e un costo per noi. Non c’è spazio per inutili polemiche su possibili cambi di localizzazione della base aerea».

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