Emergenza abitativa, la Provincia mette a disposizione le sue proprietà immobiliari
Presentato lo studio sui numeri degli alloggi necessari sul territorio. Il consigliere Peterle: «La prima risposta arriverà con i progetti nei comuni di Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi»

Il territorio bellunese sta vivendo un autentico paradosso: da una parte il calo demografico è ormai conclamato, tanto che ci sono ogni anno circa mille residenti in meno; dall’altra però è fortissima la richiesta di case, ormai diventata vera e propria emergenza abitativa. «Un’emergenza su cui la Provincia sta intervenendo su due fronti» spiega il consigliere provinciale delegato ai progetti della residenzialità, Alberto Peterle, che oggi, lunedì 31 marzo 2025, ha presentato in conferenza stampa lo stato di fatto su quanto messo in campo dalla Provincia. «Intendiamo sistemare e riqualificare alcuni immobili di proprietà, dislocati in diverse aree del territorio, così da ricavarne alloggi e mini appartamenti, da mettere a disposizione come risposta rapida alle esigenze palesate soprattutto da lavoratori che arrivano da fuori provincia. E poi l’intenzione è quella di coordinare attraverso un tavolo di lavoro tutte le iniziative per l’abitare che stanno emergendo, in modo da evitare sovrapposizioni e massimizzare i risultati. Crediamo sia una necessità per il territorio e l’obiettivo è quello di rendere più attrattiva la nostra provincia, anche per chi volesse venirci a vivere da fuori».
LO STUDIO
Per cominciare, la Provincia ha affidato uno studio della situazione attuale, con l’analisi sociologica e dei fabbisogni. Se n’è occupato lo Studio Idea, che ha spiegato il “paradosso” bellunese. Di fatto, la provincia di Belluno ha avuto un calo di residenti dal 2011 al 2021 pari a quasi 9mila unità (-4,3%). Un calo che è più consistente nell’Alto Bellunese (-8,3%) e leggermente più contenuto nella parte bassa (-2,5%). Come mai quindi si avverte la necessità di case e abitazioni? La risposta non è scontata, ma sta nel fatto che contemporaneamente calano in maniera forte le famiglie con 3 o 4 componenti - ha spiegato Sergio Maset, dello Studio Idea - mentre crescono i nuclei familiari monocomponente (+4.335 dal 2011 al 2021) e bicomponente (+699); inoltre, sono aumentati gli addetti, vale a dire i lavoratori. Quello dell’aumento delle famiglie monocomponente è un fenomeno tipico dei Paesi a sviluppo avanzato, e si vede anche nell’aumento dell’età media: le persone sole sotto i 60 anni sono aumentate del 12% negli ultimi anni, mentre quelle sole sopra i 60 anni hanno avuto un incremento del 30%. Di conseguenza, servono più case e anche case diverse rispetto a quelle che si trovano abitualmente sul mercato: più piccole per nuclei familiari mono o bicomponente; più dotate di servizi per persone anziane.
NUOVE UNITÀ ABITATIVE
«L’analisi ci ha confermato un fatto che avevamo dato abbastanza per scontato: la richiesta di case è solitamente maggiore nelle località dove si concentrano lavoro e servizi. Di conseguenza, abbiamo pensato di intervenire dando una prima risposta alla forte domanda abitativa, utilizzando il patrimonio immobiliare della Provincia», sottolinea il consigliere Peterle. «Abbiamo intenzione di ristrutturare alcuni immobili di proprietà provinciale, in modo da ricavarne alloggi. Un’idea che intanto prende forma in una scheda di finanziamento Fcc per il recupero della vecchia caserma dei carabinieri di Borgo Ruga, a Feltre. E che poi estenderemo anche all’ex istituto zooprofilattico di Belluno. Per quest’ultimo intervento però dobbiamo ancora predisporre la progettazione. Abbiamo in essere anche un intervento a Ponte nelle Alpi, alla Casa del Sole».
A Borgo Ruga, il recupero dell’ex caserma vale circa 3,2 milioni, con una richiesta di cofinanziamento dal Fondo Comuni confinanti di 2 milioni: la previsione è di realizzare 15 mini alloggi. All’ex istituto zooprofilattico invece si punta alla realizzazione di 5 mini alloggi (costo stimato 300mila euro).
Infine, a Ponte nelle Alpi è già stato attivato un accordo di programma con il Comune e Ater per recuperare e valorizzare il compendio della Casa del Sole. L’ipotesi di progetto è di ricavare 9 alloggi (5 da 45 metri quadrati e altri 4 da 80/90 metri quadrati).
COORDINAMENTO
L’attività della Provincia poi avrà una seconda linea di intervento. «Intendiamo proporci come coordinamento di tutte le iniziative che stanno emergendo sul territorio per rispondere all’emergenza abitativa», conclude il consigliere Peterle. «Solo così si evitano sovrapposizioni magari sulle stesse aree, e solo così diventa più facile massimizzare i risultati delle progettualità che potranno essere messe in campo. La capacità attrattiva di un territorio di montagna passa anche dalla qualità delle risposte che potremo dare su questo tema dell’abitare che è di strettissima attualità». Alla conferenza stampa di oggi hanno partecipato anche i rappresentanti dei due Gal bellunesi, che hanno all’interno della loro programmazione proprio progetti relativi all’abitare. E i Comuni di Belluno e Feltre.
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