Emergenza pulizie al palazzo di giustizia Chiudono dei bagni
BELLUNO. Chiuso più che occupato. Le pulizie rimangono un problema al palazzo di giustizia e, tra le possibili soluzioni tampone, potrebbe esserci quella di sbarrare un certo numero dei 38 bagni attivi nei quattro piani della struttura di via Segato. Anche l’incontro fissato per lunedì scorso con l’impresa delle pulizie Puliart è saltato. La presidente del Tribunale, Antonella Coniglio e il procuratore Francesco Saverio Pavone avevano lasciato una casella libera nella loro agenda, ma stavolta la controparte ha presentato una giustificazione alla propria assenza.
Non c’è la data di un nuovo incontro, nel frattempo le due donne continuano a lavorare per due ore e mezza, invece di quattro e fanno quello che possono, coln un occhio all’orologio: «Non è tanto un problema di ore», precisa l’amministrativo Mario Barone, in rappresentanza dei lavoratori, «quello che conta è il risultato finale. Noi non possiamo essere contenti della situazione, allo stesso tempo non sappiamo per quando sarà possibile fissare un nuovo incontro con l’impresa delle pulizie. Tra le opzioni che stiamo esaminando, c’è appunto quella di chiudere un certo numeri di bagni, in maniera da concentrare il lavoro in alcuni».
È capitato di vedere delle impiegate armate di guanti, detersivo e straccio, mentre puliscono almeno il loro ufficio. Succede soprattutto di sabato, quando in giro c’è meno gente. Ma oltre ai residenti ci sono gli ospiti. Tutti coloro che ogni mattina passano sotto il metal detector, perché impegnati in un processo penale o una causa civile. Le aule sono tutt’altro che uno specchio, per non parlare delle scale e i bagni possono essere indispensabili. Il principale imputato è la crisi economica, con tutti i relativi tagli. Ma in un ipotetico capo d’imputazione c’è anche il passaggio di competenze dal Comune di Belluno al ministero della Giustizia, che è subentrato in tutti i contratti già esistenti. Compresi quelli telefonici.
L’orario di lavoro delle addette alle pulizie è stato decurtato quasi della metà e le conseguenze sono visibili. Manca la data di una nuova riunione, mentre si aspetta si pensa anche ad altre soluzioni. Quella più immediata è la diminuzione dei bagni da pulire.
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