Emergenza Ucraina, a Belluno la Prefettura coordinerà le operazioni
Oggi al vertice fissati alcuni criteri per la gestione degli arrivi dei profughi per il controllo sanitario e amministrativo. «Non servono le iniziative private, ora c’è necessità di medicinali da inviare nel Paese in guerra
BELLUNO. Il coordinamento della gestione dell’emergenza Ucraina sarà svolto dalla Prefettura. Oggi, mercoledì 2 marzo, si è svolto infatti il primo tavolo di coordinamento. Presenti al tavolo la diocesi di Belluno – Feltre, le forze dell’ordine, la Provincia, le amministrazioni comunali di Belluno e Feltre, la protezione civile e anche le varie cooperative che negli anni scorsi hanno gestito altre emergenze come quelle dei profughi provenienti dai paesi dell’Africa.
I punti principali che il prefetto Mariano Savastano ha evidenziato sono fondamentalmente tre. Dal punto di vista amministrativo saranno i sindaci a gestire gli arrivi nei loro territori, facendo in modo di intercettare i profughi per inviarli subito ai centri tamponi dell’Ulss Dolomiti per essere sottoposti agli screening contro il Covid; da qui poi saranno anche valutate eventuali vaccinazioni contro il virus. Inoltre i profughi dovranno denunciare entro 8 giorni la loro presenza alla Questura, laddove possibile, o nei Comuni, laddove non ci sia la possibilità di raggiungere la Questura.
Il secondo punto fondamentale è l’organizzazione dell’accoglienza: due saranno i punti in cui verranno accolti coloro che arriveranno e non hanno un posto dove andare. E saranno la ex caserma dei vigili del fuoco di Belluno a Mussoi e un altro luogo che il comune di Feltre si è impegnato a trovare in queste ore. Qui saranno messi a disposizione dei posti letto e saranno anche raccolti coperte, vestiario e quant’altro servirà.
Il prefetto precisa che al momento non sono necessari vestiti o generi alimentari da inviare in Ucraina, ma soltanto medicinali. Nei prossimi giorni saranno resi noti il tipo di farmaci che necessitano.
«Dobbiamo evitare le iniziative private e singole perché si rischia di far girare pulmini a vuoto al confine tra Polonia e Ucraina vanificando gli aiuti», dice il prefetto.
Attualmente in provincia ci sono 1.634 ucraini residenti «e quindi è pensabile che almeno ognuno di questi potrà ospitare qualcuno, ma sul numero esatto di arrivi attesi ancora non sappiamo niente. L’Italia, secondo gli accordi europei, dovrà dividere all’interno del suo territorio il 13% degli attuali 750.000 sfollati ucraini. Ma le previsioni parlano di un numero in aumento», precisa il prefetto che aggiunge: «Attualmente in provincia sono arrivati già 20 profughi dal paese in guerra e si tratta perlopiù di donne e bambini».
Oggi sono attese a Comelico Superiore almeno altre sette persone, di cui due donne e cinque bambini.
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