Ente Parco Dolomiti, il direttore Nino Martino si dimette

La decisione arriva dopo le perquisizioni dei giorni scorsi e le accuse mosse dalla procura. Lunedì il direttore sotto inchiesta lascerà il Parco
Nino Martino
Nino Martino
BELLUNO. Dimissioni irrevocabili. Il direttore Nino Martino ha deciso di lasciare il Parco, definitivamente, e la comunicazione diventerà ufficiale durante la riunione della giunta esecutiva, convocata per lunedì. Dopo le perquisizioni di giovedì scorso e l'avviso di garanzia, Martino si era detto disponibile alle dimissioni, nel caso in cui i vertici lo avessero ritenuto necessario, e così è stato. Le indagini della Guardia di Finanza, disposte dalla procura della Repubblica, sono appena iniziate e la preoccupazione più diffusa è che a rimetterci sia il Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Per evitare di danneggiare l'ente dal punto di vista dell'immagine, e per limitare i riflettori mediatici, Martino ha preferito lasciare l'incarico di direttore e affrontare così, con maggiore serenità, la delicata vicenda che lo vede coinvolto. Le ipotesi di reato a suo carico infatti sono pesanti e ci vorranno molti mesi prima che si arrivi a far luce completamente su tutti i fatti contestati al direttore. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato molto materiale, nella sede dell'ente, ma anche nell'abitazione di Martino, che a quanto pare avrebbe preferito accettare un incarico diverso. Le indagini riguardano l'attività del direttore del Parco Dolomiti Bellunesi praticamente per tutto il periodo del suo mandato, circa sei anni e le ipotesi di accusa sono: peculato, abuso d'ufficio e falso. La procura ha un elenco circostanziato di presunte irregolarità tutte da verificare e su ambiti diversi. Si parla di viaggi all'estero e quindi di spese che vanno controllate, di gare d'appalto già assegnate e poi ritirate, di assegnazioni di incarichi professionali contestati e dell'acquisto, da parte del Parco, di volumi scritti dallo stesso direttore. Non è escluso però che la Guardia di Finanza abbia altri elementi su cui indagare. Per il Parco quello di giovedì è stato un colpo durissimo, con la sede di villa Binotto isolata nelle comunicazioni con l'estero durante una perquisizione lunga e accurata e il sequestro di computer, documenti e telefonini. Nella sua auto difesa, pubblicata nel sito internet del Parco (circostanza questa piuttosto inusuale) Nino Martino ha lasciato intendere che la denuncia sarebbe arriva da soggetti interni al Parco, probabilmente un ex dipendente ma è solo una supposizione che per ora resta senza fondamento. Si tratta, tuttavia, di un elemento che lascia intendere l'esistenza di un clima teso nello staff dell'ente. Comunque vada l'indagine, il Parco ora si trova ad affrontare un momento difficile: dovrà cercare un nuovo direttore e riportare la serenità tra i dipendenti.

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