Entro dicembre cinque medici se ne vanno
BELLUNO. Due pediatri e tre medici di base lasceranno il loro incarico (tra Belluno, Longaronese-Zoldo) o per pensionamento o per trasferimento entro il 31 dicembre prossimo. Un fuggi fuggi generale che interesserà sempre di più l’Usl 1 e i territori disagiati della montagna da qui ai prossimi anni, vista la nuova riforma pensionistica.
«A lasciare nei prossimi mesi», precisa Sandro De Col, direttore del distretto unico, «saranno tutti i professionisti entrati negli anni ’70 e ’80. E se ad oggi questo problema è sostenibile, più avanti dovremo correre ai ripari».
L’addio di queste figure arriva in aree già disagiate di per sè e si scontra con la difficoltà per la montagna di trovare medici e pediatri che intendano venire ad investire la loro carriera quassù.
La cosa non è semplice e garantire la continuità non è così scontato.
«Abbiamo aperto la procedura per le aree carenti, come si fa da anni in queste condizioni», sottolinea ancora De Col, «poi i prossimi anni speriamo che molti dei nostri giovani medici bellunesi decidano di fermarsi qui e di dare un aiuto a questo territorio, titoli alla mano».
Ma visto il numero chiuso alla facoltà di medicina e il fatto che la montagna non è in cima alla lista delle richieste dei giovani medici, per sopperire alla carenza di personale bisogna puntare «sulle aggregazioni dei medici di base, così da garantire sempre la copertura. E su questo stiamo lavorando», conclude De Col, «anche su spinta della Regione, perché poi alcuni servizi potranno essere erogati da infermieri e da personale amministrativo».
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