Enzo e Debora, sì dopo lo schianto
MASERADA. In salute e in malattia: Debora e Enzo diranno ‘si’ sabato mattina nella sala riunioni dell’ospedale riabilitativo di alta specializzazione. Debora infatti da qualche settimana è ricoverata all’Oras di Motta di Livenza dove sta si sta sottoponendo alle terapie riabilitative in seguito ad un grave incidente motociclistico in Val di Zoldo il 27 agosto scorso.
Debora Poloni, 49 anni, e il compagno Enzo Greatti, 54 anni, erano in sella alla loro Bmw 800 quando sono stati speronati in fase di sorpasso da un’automobile. In seguito all’incidente la procura di Belluno ha aperto un fascicolo nei confronti dell’automobilista per lesioni stradali gravissime nei confronti di Debora che, sul sellino della moto, era caduta a terra sbattendo la schiena. Più lievi invece le ferite per Enzo. Attualmente Debora è in sedia a rotelle. «Sapremo il prossimo 27 ottobre se i danni sono irreversibili», spiega Enzo, «Finora i progressi fatti sono buoni e ci fanno ben sperare. Comunque le ho detto fin dall’inizio: ‘o con le tue gambe o sulle rotelle devi tornare a casa con me».
Sicuramente faranno rientro a casa insieme, ma questa volta lo faranno da marito e moglie. Una cerimonia semplice con rito civile che sarà celebrata dal sindaco di Motta Paolo Speranzon. «Ci stavamo già pensando», precisa Enzo, «Pensavamo che di sposarci durante uno dei nostri viaggi. L’incidente ci ha fatto pensare all’importanza del pezzo di carta per la burocrazia italiana e quindi abbiamo deciso. La data l’ha scelta Debora: il 22 ottobre è l’anniversario della scomparsa del suo papà. Vuole trasformare un giorno triste in un momento di gioia». Debora e Enzo si sono conosciuti 13 anni fa al lavoro, entrambi lavorano alla tessitura Monti a Varago. «E non ci siamo più lasciati», commenta Enzo, «Questa separazione forzata intristisce entrambi: io sono qui a casa da solo, mentre lei resta in ospedale». Insieme viaggiano molto per il mondo: l’anno scorso hanno attraversato la Norvegia in moto, quest’anno, sempre in sella alla loro moto, il Nordest. «Volevamo fare un matrimonio molto intimo, solo testimoni e genitori, poi l’entusiasmo con cui è stata accolta la notizia ci ha portati ad una trentina di invitati», conclude Enzo Greatti, «Ringrazio l’ospedale di Motta e tutto il personale che hanno accolto la nostra richiesta e si sono prodigati per realizzarla. La cerimonia sarà molto sobria: niente vestiti eleganti e niente fedi: ce le faremo direttamente tatuare sulle dita quando Debora uscirà dall’ospedale». L’amore e l’entusiasmo di Debora e Enzo sono travolgenti. «La loro richiesta è stata stupefacente», commenta l’ad di Oras Francesco Rizzardo, «è il primo matrimonio in questo ospedale. Siamo felici di realizzare la loro richiesta».
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