Erbacce e alberi: gli alpini ripuliscono l’ex caserma Piave / FOTO

Le penne nere del gruppo Ana Cavarzano-Oltrardo al lavoro Asfalto e tubazioni danneggiati dalle radici delle piante

BELLUNO. Dovrebbe essere terminata questa sera la prima fase degli interventi di pulizia all’ex caserma Piave, che si prepara a diventare la cittadella del volontariato. Il gruppo alpini Cavarzano-Oltrardo è al lavoro da lunedì con una trentina di volontari, su incarico del Comune di Belluno. “Armati” di motoseghe, decespugliatori e di tanta buona volontà, gli alpini si sono occupati di tagliare e accatastare la vegetazione e gli arbusti che avevano invaso l’area, che conta quasi 36 mila metri quadrati di superficie.

«È già la terza volta che interveniamo per ripulire l’ex caserma», ha spiegato il past president delle penne nere Cavarzano-Oltrardo, Giuseppe Piazza, «ma essendo in uno stato di abbandono le piante ricrescono velocemente».

Dopo il taglio del cespugliame, interverranno i Servizi forestali per l’asporto del cippato, che sarà anche utilizzato per la produzione di biomasse, e per la pulizia del terreno, coperto da fogliame marcito. «Le piante presenti all’interno dell’area, le paulonie», ha precisato Giuseppe Sbardella della Protezione civile, «crescono con grande velocità. Avevamo eseguito gli ultimi interventi a settembre e quando siamo tornati nei giorni scorsi erano già cresciute di oltre un metro e mezzo. Tutto quello che è stato tagliato, ricordiamo, non è adeguato per essere utilizzato come legna per le stufe».

La seconda fase prevede il taglio delle piante di alto fusto presenti all’esterno, lungo il perimetro dell’ex caserma. «Uno dei problemi più grossi che abbiamo riscontrato nell’area interna è costituito dalle piante che, con le loro radici, hanno spaccato l’asfalto», evidenzia Lino De Pra, nel consiglio direttivo dell’Ana Belluno, «e avvolto addirittura le tubazioni sottostanti. Una brutta “sorpresa”, nel senso che chi di competenza dovrà decidere come muoversi. A occhio, potranno esserci anche costi piuttosto elevati (anche 200-300 euro a pianta), visto che si tratterà di sradicare gli alberi, sistemare tutto con il ghiaino e poi riasfaltare».

E De Pra ricorda gli interventi che gli alpini fecero alla Piave nel 1999, in occasione del primo raduno della Brigata Cadore. «Eravamo in centinaia per “tirarla a specchio”. Avevamo provveduto anche a lavare tutti i capannoni. La rete idrica era funzionante. Purtroppo, dopo 4-5 anni l’abbandono aveva già fatto vedere i suoi effetti devastanti».

L’attesa è ora rivolta al bando, che dovrebbe uscire a breve, per le manifestazioni di interesse da parte delle associazioni che intendono richiedere uno spazio al Comune. Tra queste ci sono la Casa per i Beni comuni, Valbelluna Emergenza, Tib Teatro e la Cucchini. Gli stessi alpini Cavarzano-Oltrardo vorrebbero ristrutturare quella che era la mensa dell'ex caserma. «Il lavoro più impegnativo sarà nella stanza dove trovavano collocazione la lavastoviglie e tutte le suppellettili», hanno evidenziato Piazza e Sbardella. «Lì la nostra intenzione sarebbe quella di realizzare i servizi igienici. Ora aspettiamo il bando e poi presenteremo il progetto. Intanto quello portato avanti dall’amministazione Massaro è un grosso passo avanti e ci auguriamo che tutto continui ad andare in questa direzione».

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